Toscana

PATTO CONTRO LA CRISI DELL’ARTIGIANATO TOSCANO

Oltre 110 mila imprese, 300 mila addetti di cui oltre 130 mila lavoratori dipendenti. Sono i numeri dell’artigianato che rappresenta in Toscana una fetta importante dell’economia regionale. Un settore colpito dalla grave crisi nazionale e internazionale, come testimoniano i dati sulla flessione del fatturato, diminuito dell’8% nell’ultimo anno con punte del -17% nella moda, e sul ricorso alle prestazioni di sostegno al reddito dei lavoratori erogate dall’Ebret (una specie di cassa integrazione dell’artigianato) cresciute del 32,3% nel 2003. La difficile congiuntura ha colpito il modello toscano dell’artigianato e delle piccole e medie imprese, che trova il suo punto di forza nei sistemi economici locali, basati sulla divisione del lavoro, la grande flessibilità dei fattori produttivi, la conoscenza e il saper fare diffusi. L’occupazione nelle aziende artigiane è diminuita, con percentuali significative in quelle manifatturiere, interrompendo quella tendenza positiva che aveva visto la trasformazione di molti rapporti di lavoro flessibili in contratti a tempo indeterminato. Per reagire alle difficoltà, organizzazioni sindacali e associazioni imprenditoriali dell’artigianato hanno elaborato un patto che indica una serie di provvedimenti per fronteggiare la crisi e mettere il settore in grado di cogliere la ripresa quando questa si manifesterà e di affrontare le nuove sfide dei mercati. Il patto è stato sottoscritto dai segretari generali di Cgil. Cisl e Uil della Toscana, rispettivamente, Luciano Silvestri, Gianni Salvadori e Vito Marchiani e dai presidenti regionali di Cna, Confartigianato, Casartigiani, rispettivamente, Marco Baldi, Giorgio Guerrini e Paolo Ribechini.

I sottoscrittori del protocollo ritengono fondamentale per il sistema produttivo toscano una dotazione qualificata ed estesa di infrastrutture materiali e immateriali, una pubblica amministrazione efficiente, un ambiente favorevole allo sviluppo delle attività produttive, investimenti che aiutino le aziende a essere innovative. «Questo accordo si propone di sostenere il sistema delle microimprese, aziende artigiane, piccole e medie imprese – ha detto Natalino Giorgio Guerrini, presidente regionale della Confartigianato –. C’è la necessità di politiche d’intervento che colgano la specificità di tale sistema e che agendo su leve fondamentali quali il credito, l’innovazione, la formazione, le infrastrutture pongano in rete consolidate esperienze nate nell’ambito associativo e dei rapporti tra le parti sociali».

«In questo senso il sistema della bilateralità, per come è stato vissuto e si è consolidato negli anni nella nostra regione, ben può agire da moltiplicatore degli interventi pubblici anche in ambiti diversi e ulteriori rispetto all’esperienza naturale, quali a esempio la formazione continua e il welfare – è la conclusione di Guerrini – Da sottolineare infine il ruolo della pubblica amministrazione, che può trasformarsi in un fattore strategico di competitività, in un percorso di relazioni strutturate e continue con il sistema delle imprese e delle loro associazioni di rappresentanza».E.C.