Toscana
Patente a punti, anche in Toscana calano gli incidenti
Dopo questi dati e soprattutto sulla scia di ridurre le vittime della strada del 50% entro il 2010, seguendo le indicazioni della Commissione Europea, si è deciso di creare la più massiccia campagna di sicurezza stradale degli ultimi 30 anni. Questo programma ha preso il via con il decreto legge 151 del 27 giugno 2003, che ha introdotto la famosa patente a punti, il rilevamento tecnologico a distanza delle infrazioni più gravi, l’inasprimento delle sanzioni per le condotte più pericolose e molti altri provvedimenti. Come tutte le novità dopo un primo periodo di prova, è tempo di bilanci. Come ha funzionato al patente a punti? Sono buoni i risultati, visto che dai dati forniti dalla polizia stradale dai carabinieri gli incidenti stradali sono diminuiti del 19%, dal 1 luglio al 31 dicembre 2003. Sono stati 448 in meno rispetto allo stesso periodo del 2002. Diminuisce la percentuale di morti e feriti, rispettivamente del 18% e del 23%. Questo non vuol dire che gli automobilisti italiani siano diventati “civili”, perché sempre da questi stessi dati risulta che le infrazioni sono ancora tantissime ( più di 2,3 milioni). Sono ben 429.465 i punti tolti dalle patenti dei trasgressori; la violazione più frequente è stata l’eccesso di velocità seguita subito dal mancato uso delle cinture di sicurezza. Quindi sicuramente, potremmo dire che la patente a punti ha ridotto gli incidenti ed i morti, ma quello che stupisce è il fatto che sono diminuite anche le infrazioni. Infatti, dai dati raccolti da polizia e carabinieri durante l’esodo estivo del 2003 si vede che ci sono stati circa 28 mila incidenti contro i 36 mila dello stesso periodo del 2002, e le vittime sono state 200 in meno passando da 943 a 739. È migliorato inoltre il modo di comportarsi degli italiani al volante che stanno sempre più abituandosi all’uso delle cinture di sicurezza tanto che, rispetto all’anno scorso, le contravvenzioni per questa cattiva abitudine sono scese di oltre il 42 per cento passando da 93.438 a 53.725. Ancora di più per le infrazioni che riguardano l’uso del casco: le multe si sono quasi dimezzate scendendo da 60.430 a 33.725. Non sono tutte rose e fiori però, perché si registra anche un aumento delle contravvenzioni per eccesso di velocità, passate da 101.766 a 166.705, mentre il numero di italiani sorpresi a guidare sotto l’effetto di stupefacenti è rimasto pressoché uguale. Una curiosità che desta molte preoccupazioni è il delle denuncie e degli arresti: ben 592 persone sono state arrestate e 5152 denunciate di cui 53 per omissione di soccorso.
Ma come è andata la patente a punti in Toscana? Per saperlo abbiamo rivolto alcune domande al direttore regionale dell’Aci Maurizio Ventura.
Allora, direttore, è possibile un primo bilancio da parte dell’Aci sulla patente a punti?
«Il bilancio di Aci su questa modifica del codice della strada non può che essere favorevole perché l’Automobil Club d’Italia ha cominciato a proporre la patente a punti quindici anni fa e con un pizzico di presunzione possiamo dire che siamo stati tra i primi promotori di questa esigenza che aveva già ottenuto i suoi risultati in alcuni paesi europei e non solo. Quindi sicuramente favorevoli a questa modifica anche perché in ogni nostra conferenza sul traffico abbiamo sempre riaffermato l’importanza di un meccanismo che potesse aumentare la sicurezza stradale».
E i toscani come si sono comportati in questo primo periodo di patente a punti?
«In questo primo periodo, nella nostra regione, c’è stato un calo degli incidenti che oscilla tra il 18 ed il 19%, quindi mantenendo la media nazionale. C’è da dire che questi dati si riferiscono al secondo semestre del 2003, ma complessivamente gli automobilisti della Toscana hanno reagito bene a questa novità».
E proprio parlando di novità, secondo lei la patente a punti ha funzionato solo come deterrente temporaneo o si propone anche come rimedio strutturale di lungo periodo?
«Assolutamente sì, un rimedio strutturale anche in base all’esperienze estere a cui abbiamo già accennato poc’anzi. Certamente accanto a questo provvedimento bisogna innescare altri comportamenti di carattere virtuoso che vanno dall’educazione alla sicurezza, alla legalità, all’educazione stradale sensibilizzando gli utenti a questi temi, soprattutto i giovanissimi. Perché come l’utente, sia esso pedone o automobilista, deve imparare a muoversi correttamente. In breve un’educazione che tocchi tutti i soggetti che circolano sulla strada. Ed a proposito di questo l’Aci il 7 aprile 2004, giornata della sicurezza stradale proclamata dall’Organizzazione mondiale della sanità, lancerà campagna perché in quel giorno non ci siano né morti né feriti. Un obiettivo ambizioso che però combacia con gli obiettivi ed i fini che hanno introdotto la patente a punti nel nostro codice della strada».