La forza del Vangelo è esplosiva e inarrestabile. Per coloro che si trovano sulla strada è sempre importante fare gesti riconoscibili e comprendere che anche noi possiamo ricevere il Vangelo attraverso loro. È un passaggio del documento finale, diffuso oggi, del primo Incontro europeo integrato di pastorale della strada che per iniziativa del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti si è svolto in Vaticano (29 settembre-2 ottobre) su Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Pastorale della strada: un cammino insieme. Sullo sfondo dell’incontro, cui hanno partecipato direttori nazionali, rappresentanti di Conferenze episcopali ed esperti provenienti da quindici Paesi europei, oltre a delegati di associazioni, il documento Orientamenti per la Pastorale della Strada. La Chiesa in Europa – si legge nel testo elaborato a conclusione dell’incontro – ha bisogno di avere una maggiore consapevolezza e sviluppare una pastorale specifica tanto della strada quanto della ferrovia, in favore degli autisti, degli autori e delle vittime degli incidenti. La pastorale deve includere l’educazione, in particolare dei giovani, alla responsabilità della guida e alla sicurezza stradale. Si raccomanda listituzione, a livello di Conferenze episcopali, di un ufficio o la nomina di una persona di riferimento.Oggetto di attenzione anche le donne e i ragazzi di strada, e i senza fissa dimora. Di fronte all’aumento in tutto il continente delle donne vittime di tratta e obbligate a prostituirsi sulla strada, il documento raccomanda una azione pastorale su tre aspetti: relazionale, sacramentale e spirituale. È necessario promuovere uno stile di vita che rispetti la sessualità come parte costitutiva e nobile degli esseri umani, e non come qualcosa che può essere commercializzato o alienato, e un’attenzione particolare deve essere rivolta alle dimensioni transnazionali del traffico di esseri umani. È ugualmente importante lavorare con i Paesi d’origine di queste donne. La Chiesa deve essere voce dei ragazzi di strada a seguito della mobilità e della disgregazione familiare, e chiedere per loro migliori politiche governative, si legge ancora nel documento che auspica maggiore collaborazione tra Chiesa, Stato e Ong. Importante la prevenzione, attraverso una presa di coscienza dei problemi che portano un ragazzo a vivere per strada. Si dovrà sviluppare, altresì, una consapevolezza dei diritti dei bambini. Accoglienza, reintegrazione e reinserimento sono gli obiettivi da perseguire con le persone senza fissa dimora che hanno anch’esse diritto alla pastorale ordinaria offerta dalla parrocchia in cui sono momentaneamente presenti.Sir