Negli anni 2010, 2011 e 2014, le Chiese di Oriente e di Occidente celebreranno la Pasqua lo stesso giorno. Si tratta di una coincidenza particolare perché all’interno del cristianesimo vi sono due regole differenti a seconda che si usi il calendario gregoriano (cattolici e protestanti) o quello giuliano (ortodossi). Queste due regole in alcuni anni danno la stessa data (e quindi tutti i cristiani festeggiano la Pasqua nello stesso giorno), in altri anni date differenti. La ricerca di una comune data per la celebrazione della Pasqua è stata lunga e difficile, soprattutto oggetto di studio per molti anni. Una Commissione di studio appositamente creata dalle Chiese ortodosse si è riunita nel 1977 a Chambésy. Venti anni dopo, nel 1997, il Consiglio Mondiale delle Chiese, in collaborazione con la Chiesa siro-ortodossa e il Consiglio delle Chiese in Medio Oriente ha organizzato una consultazione ad Aleppo, in Siria, dove teologi di varie Chiese (cattolici, protestanti e ortodossi), hanno elaborato una proposta che va sotto il nome ancora oggi di “documento di Aleppo”. Nel documento, le Chiese propongono di calcolare la data della Pasqua seguendo le norme del primo Concilio ecumenico di Nicea: e cioè di celebrare la Resurrezione di Cristo la prima domenica seguente la luna piena dopo l’equinozio di primavera.Nel documento di Aleppo si suggerisce anche di calcolare le date astronomiche avvalendosi dei metodi scientifici più precisi possibili; e di servirsi come base per il calcolo del meridiano di Gerusalemme. Lo scorso anno si è svolto a Leopoli in Ucraina un importante seminario internazionale ed ecumenico che ha riunito nella Università cattolica di Ucraina teologi e studiosi rappresentanti delle Chiese cristiane. Al termine del colloquio è stato diffuso un comunicato finale nel quale i partecipanti affermano che il documento di Aleppo può rappresentare “un passo concreto e reale ma si dicono anche “consapevoli che il problema principale non sta nei calcoli”. Il problema si legge nel comunicato – va piuttosto ricercato nella “complessità delle relazioni e nella mancanza di fiducia tra le diverse denominazioni cristiane a causa delle lunghe divisioni. È questa una delle principali ragioni della difficoltà ad accettare le diverse proposte di soluzione. È pertanto necessario un lavoro di comprensione reciproca e di riconciliazione.Sir