Vita Chiesa
Pasqua, messaggio del vescovo Andrea alla diocesi di Arezzo: “Farci portatori di buone notizie là dove incontriamo attesa e solitudini”
La Pasqua è memoria di buone notizie attese. La Pasqua ebraica faceva memoria della notizia, attesa dal popolo eletto, della liberazione della schiavitù d’Egitto, e celebrazione poi del dono della Terra promessa. E ancora, il popolo d’Israele, in esilio, viveva l’attesa della buona notizia del ritorno a casa, nella propria terra, per tornare a celebrare la Pasqua nel Tempio, a Gerusalemme, di nuovo liberi.
Nuovamente gli amici di Gesù, i suoi apostoli, ma soprattutto le donne, attendevano la buona notizia della novità di Dio, affranti per la morte dell’amico, Gesù, sulla croce. E fu così che il mattino del primo giorno della settimana, alle prime luci dell’alba, le donne, andando al sepolcro, lo trovano vuoto e per prime portarono il sorprendente annuncio, la buona notizia che il Signore era vivo.
Da allora ogni Pasqua che celebriamo fa risuonare per tutti noi una buona notizia attesa.
Sempre è la bella notizia del sepolcro vuoto: il Signore è risorto, il Signore è vivo, il Signore è con noi.
Il nostro tempo e la nostra vita sono lo spazio e l’esperienza che attende buone notizie e ogni volta che queste ci visitano è nuovamente Pasqua.
Attende buone notizie l’ambiente che viviamo: la cura e il rispetto della natura tanto violentata dall’umanità, il dono della pioggia di cui molto abbiamo bisogno, la ricchezza dei frutti della terra che il lavoro agricolo promuove. Sono buone notizie che fanno risuonare la gioia della Pasqua nella nostra casa che è l’ambiente di vita.
Attendono buone notizie tante famiglie, gravate dai costi della vita quotidiana e quelli aumentati dell’energia, altre famiglia ferite da chiusure reciproche, difficoltà di dialogo e mancanza di rispetto tra i coniugi, altre ancora alle prese con le problematiche e la sicurezza del posto di lavoro, e famiglie affaccendate nell’arte dell’educazione dei figli. Buona notizia per loro sarebbe sempre celebrazione della vita.
Anche le persone anziane, gli ammalati e poi i poveri, chi è ai margini della nostra società e i cosiddetti invisibili… non vedrebbero l’ora che buone notizie ci fossero anche per loro.
Buona notizia sarebbe quella che fa risuonare la parola dialogo e giustizia, pace e riconciliazione su tutta la terra e nelle zone oggi più martoriate come l’Ucraina. E sarebbe davvero Pasqua.
Caro lettore, tante situazioni di vita che attendono una buona notizia le conosci magari tu, sono volti e storie concrete di persone forse in difficoltà, la cui esistenza può cambiare grazie a un bell’annuncio… che magari puoi portare solo tu.
Siamo chiamati tutti, per primo il vescovo, a farci portatori di buone notizie là dove incontriamo attesa e solitudini… e porteremo così l’annuncio sorprendente della Pasqua, del Signore Risorto e vivente, in mezzo a noi. Ed è la buona notizia della vita.
In questa Pasqua, la prima in mezzo a voi come vostro vescovo, desidero essere umile portatore di questa buona notizia di Risurrezione. È l’annuncio per voi, per la vostra vita… ed è notizia di bene per tutti coloro che ne hanno bisogno. E allora sarà davvero buona Pasqua!
+ Andrea, vescovo