Vita Chiesa
Pasqua 2021. Ermes Ronchi: “Quell’arcobaleno negli occhi di Maria di Magdala”
Eppure la Pasqua è il momento più bello e più importante per un cristiano: come parlare di speranza e di gioia in questo clima? “La speranza è un atto di fede e non ha nulla dell’ottimismo legato all’andamento positivo della curva pandemica o alla ripresa economica”, spiega al Sir p. Ermes Ronchi, teologo dell’Ordine dei Servi di Maria, scelto nel 2016 da Papa Francesco per guidare gli Esercizi spirituali di Quaresima per il Pontefice e per la Curia romana. Il cristiano “non è un ottimista; ha speranza. E la speranza è una corda tesa: un capo è saldo nelle mani di Dio, l’altro raggiunge me”, prosegue spiegando che in ebraico speranza ha la stessa radice di corda.
Padre Ermes, che cos’è per lei la speranza?
Sono affascinato dalla Lettera agli Ebrei che dice: “casa di Dio siete voi cristiani, se custodite libertà e speranza”. Dobbiamo essere costruttori e custodi di speranza e libertà. La speranza è tendere a qualcosa, custodire germogli dentro di me. Si tratta di seminare occhi nuovi per guardare in modo nuovo il mondo, per essere pronti a un nuovo inizio. La domenica di Pasqua è il primo giorno della settimana, un nuovo inizio, ma per coglierlo occorre avere gli occhi dell’esploratore che anche nel quotidiano non dà nulla per ovvio o scontato ma cerca ogni giorno l’inedito. A casa mia, nel mio giardino, cammino in modo abitudinario o con l’atteggiamento dell’esploratore? Ho la capacità di vivere in modo diverso le stesse cose? La novità non è nelle cose che accadono ma nel vederle con occhi nuovi.