di Lorella PellisPer la prima volta in Italia l’intero percorso nascita, cioè la gravidanza, il parto, il puerperio e il primo anno di vita dei neonati, sono stati visti dalla parte delle madri. La ricerca, coordinata dall’Istituto superiore della sanità, è stata condotta infatti intervistando, ad un anno dal parto, oltre 7500 donne in Italia delle quali oltre 1600 toscane per sondare il loro grado di soddisfazione sui servizi e sulle informazioni ricevute. Lo studio ha riguardato 60 Asl di 14 regioni, ma solo tre regioni fra cui la Toscana hanno effettuato l’indagine sull’intero territorio mentre nelle altre 11 la ricerca ha riguardato soltanto poche Asl. Altamente significativo il dato della nostra regione, ricavato dal lavoro svolto nel 2002 da 141 intervistatrici, che hanno ottenuto un tasso di risposte del 93,9 per cento. Ma vediamo in particolare cosa è emerso dall’indagine.Pubblico, privato o consultorio?Le donne che sono state seguite dal ginecologo privato variano tra il 53 e l’89 per cento, mentre il dato toscano è del 78 per cento. Qui una su 4 si è rivolta ad un ginecologo privato esterno mentre circa una su due ad un privato che lavora anche in ospedale. Si sono invece rivolte al pubblico dal 6 al 38 per cento delle intervistate, mentre in Toscana questa quota è del 12 per cento. Varia dal 2 al 17 la percentuale di quelle seguite dal ginecologo del consultorio, con un 6 per cento in Toscana.Corsi di preparazioneLa percentuale di partecipazione più bassa è del 5 per cento, mentre la più alta si registra proprio in Toscana con il 56 per cento. Da noi chi non vi ha partecipato ha detto di non averlo fatto per motivi di tempo (18 per cento) o perché non lo ritiene utile (12 per cento). Le donne con un maggior grado di istruzione hanno partecipato di più (74 contro 26 per cento). Oltre la metà dei corsi si è svolta presso il consultorio, seguito dalle strutture pubbliche (42 per cento) e da quelle private (2 per cento).La qualità dei corsiAlle mamme toscane che hanno partecipato ai corsi durante l’ultima gravidanza è stato chiesto un giudizio sulla loro qualità. Il 94 per cento ha ritenuto adeguata quella delle informazioni sul travaglio/parto; l’87 per cento quella sull’allattamento; l’86 per cento quella sulle tecniche di respirazione; l’80 per cento quella sulle cure neonatali. Risultati peggiori per le vaccinazioni (40 per cento) e per le normative (34 per cento).Ecografie in gravidanzaSono tre quelle raccomandate dal Ministero e concesse gratuitamente dalla Toscana. Tuttavia nella nostra regione solo il 20 per cento delle donne si ferma a 3 (nel resto d’Italia le percentuali variano dal 7 al 29), mentre il 45 per cento ne effettua più di 5 (dal 27 al 67 per cento nel resto del Paese).Partorire doveLa percentuale di parti in strutture pubbliche (98,2) si registra proprio nella nostra regione, la più bassa (61 per cento) in Campania.Partorire comeLa percentuale di parti cesarei in Toscana si attesta sul 27 per cento (in realtà il dato consolidato 2001 è del 25,8 per cento). La percentuale dei cesarei varia dal 15 per cento di Prato e il 32 di Pisa e Massa Carrara. Tra quelle che hanno subìto il cesareo il 43 per cento lo ha avuto d’urgenza, il 77 con l’analgesia epidurale. Tra i parti spontanei il 35 per cento è stato caratterizzato da analgesia locale o epidurale e la metà (49 per cento) da episiotomia.Il rientro a casaUna donna italiana su 4 ha riferito di aver avuto, una volta tornata a casa, problemi di allattamento e 6 su 10 sono state invitate a sottoporsi a una visita presso l’ospedale dove avevano partorito. Meno del 15 per cento ha ricevuto una visita a domicilio. Fa eccezione la Toscana dove la percentuale sale al 27 per cento, miglior dato nazionale. I problemi di gestione del bambino variano dal 4 per cento della Calabria al 22 per cento dell’Emilia, mentre le toscane che ne hanno sono il 13 per cento. E lui, il papà, che ruolo occupa nelle cure del bambino? Significativo per il 46 per cento delle mamme campane e per il 76 delle emiliane, con il 66 per cento per le toscane.