Vita Chiesa

Parrocchie rinnovate per parlare alla gente

di Giacomo GambassiUna parrocchia contemplativa, che «proclama il Vangelo», che «non accetta le mezze misure», che riscopre la domenica, che «vede i sacerdoti al servizio dei laici e non il viceversa», che è «estroversa e aperta», che è «promotrice di vocazioni» e non soltanto una «crocerossina dell’etica». Ecco il volto della nuova parrocchia che «vive tra le case degli uomini», che è in grado di rispondere alle provocazioni del mondo, che si muove su un «orizzonte più spiccatamente missionario». Emerge dall’Assemblea diocesana della diocesi di Arezzo, Cortona e Sansepolcro che per la prima nella sua storia ha invitato l’intera Chiesa locale a confrontarsi su se stessa per «fare il punto sul cammino e per costruire il futuro», spiega il Vescovo, monsignor Gualtiero Bassetti.

E in seicento, fra sacerdoti, laici, rappresentanti delle comunità religiose, membri delle associazioni e dei gruppi ecclesiali, hanno risposto all’invito di monsignor Bassetti e del Vicario generale, monsignor Giovacchino Dallara, di ritrovarsi ai piedi del crocifisso del Cimabue nella Basilica di San Domenico ad Arezzo. Un «grande motore per la pastorale diocesana e parrocchiale», definisce l’iniziativa il Vescovo, da cui sono scaturiti spunti che «dovranno essere analizzati negli organi collegiali».

La fisionomia di una parrocchia rinnovata è la sintesi di decine di interventi e dei suggerimenti di monsignor Domenico Sigalini che ha guidato l’incontro. La comunità che legge i segni dei tempi «non può essere elitaria» ma «è pronta a ristrutturarsi per andare incontro ai bisogni della gente senza, però, rinunciare al suo primo obiettivo che è l’evangelizzazione». Occorre «mettersi in rete» e «portare il Vangelo nel mondo dei giovani, dell’economia, della politica, persino fra i bambini che non sanno farsi più un segno di croce e confondono Dio per Harry Potter».Per rispondere alle questioni aperte è necessario fare una «scelta missionaria». Si comincia tornando a una Chiesa che «contempla» e che «fa risplendere il volto di Cristo». Va, invece, abbandonato un modello da «Mc Donald’s delle cose di Cristo» mentre è opportuno far capire che «in una società dominata dall’economia il paradiso non si guadagna ma viene offerto gratuitamente dalla comunità». E poi va «custodita la domenica» che «è un regalo colmo di gioia fatto da Cristo».

Capitolo delicato è quello sul rapporto fra laici e sacerdoti in cui il prete sembra essere il cuore pulsante della parrocchia. «Invece, bisogna invertire la prospettiva – sostiene monsignor Sigalini – Sono i laici al centro dell’amore di Cristo ed è la comunità che si fa aiutare dal prete».

Sfide che dovranno trasformarsi «in risposte più generose da parte della comunità cristiana», afferma il Vescovo. E da monsignor Bassetti giungono anche precise indicazioni. Ai consigli parrocchiali il Vescovo propone di «rendere più attraenti le celebrazioni domenicali», ai consigli pastorali zonali suggerisce di «analizzare il fenomeno della disaffezione alla Messa», al consiglio pastorale diocesano chiede di trovare un modo per «fare sentire Chiesa le piccole parrocchie che non hanno il parroco» senza, comunque, ricorrere all’«aggregazione» ma guardando alla collaborazione.

Bonicelli: «Rendere visibile la presenza cattolica sul territorio»Il rapporto tra parrocchia, territorio, società: è questo il tema della settimana di aggiornamento che il Centro di Orientamento Pastorale ha organizzato dal 21 al 24 giugno a Chianciano. «La parrocchia – spiega il presidente del Cop Gaetano Bonicelli, arcivescovo emerito di Siena – non vive per aria, è calata in un territorio ben preciso: è la Chiesa tra le case degli uomini, come è stato detto con una bella immagine. Per questo dobbiamo chiederci come ritrovare la sintonia con il territorio».

Quali sono le strade da seguire per recuperare il rapporto con la gente?

«Per millenni, la parrocchia è stata la componente essenziale nell’articolazione della società: i paesi, i quartieri nascevano intorno alle chiese, la parrocchia era l’istituzione che gestiva l’anagrafe dei nati e dei morti. Oggi non è più così, la società è strutturata diversamente. Di fronte a questo stato di cose le parrocchie possono chiudersi in difesa di alcune prerogative come quella di amministrare i sacramenti, oppure trovare altre strade per una presenza più visibile e incisiva. Io credo che la strada debba essere la seconda».

Quali sono queste strade?

«Nel nostro convegno abbiamo parlato di un “legame responsabile” con il territorio: la presenza della parrocchia in un determinato luogo la impegna a farsi carico dei problemi di quel luogo, delle risorse da valorizzare, delle esigenze alle quali rispondere».

Qual è il ruolo dei laici in questo rinnovamento?

«La presenza sul territorio passa essenzialmente attraverso i laici: sono loro a vivere tra la gente, a portare la presenza della parrocchia in tutti gli ambienti di vita, di lavoro, negli ospedali, nelle scuole. Devono vivere questo ruolo evangelizzatore con slancio missionario».

Chi sono i destinatari di questa opera di evangelizzazione?

«Prima di tutto i cristiani che vivono “sulla soglia”, quelli che si affacciano in chiesa in occasioni sporadiche. Poi gli immigrati cristiani, che hanno bisogno di ambienti in cui vivere la loro fede. E anche i non cristiani, ai quali abbiamo il compito di far conoscere la bellezza del messaggio cristiano. Ma i destinatari possono essere tanti altri, serve solo la fantasia».

Nel convegno di Chianciano si è parlato anche di politica. In che senso?

«Le nostre parrocchie si sono occupate di politica per molti anni: era una delle strade attraverso cui portare i valori cristiani nella società. Oggi non è più possibile fare politica in quel modo. La politica rischia di creare spaccature nelle comunità. Ma non possiamo del tutto cancellarla: occorre trovare un modo per cui le parrocchie possano tornare a occuparsi di politica, nel senso più nobile del termine, in maniera serena ed equilibrata, fuori dalle polemiche e dalle divisioni. È un cammino ancora tutto da costruire».R. B.

Viaggio nelle parrocchie toscane

Nota pastorale «Il volto missionario delle parrocchie»

Cop, Lettera alle istituzioni del territorio