Vita Chiesa
Parrocchia, una certezza per crescere
“Il futuro della Chiesa in Italia, e non solo, ha bisogno della parrocchia. È una certezza basata sulla convinzione che la parrocchia è un bene prezioso per la vitalità dell’annuncio e della trasmissione del Vangelo, per una Chiesa radicata in un luogo, diffusa tra la gente e dal carattere popolare”. È quanto scrivono i vescovi nella Nota pastorale su “Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia”, resa nota il 7 giugno.
La Nota, ricordano i vescovi, è il frutto di un confronto durato più di due anni, in diverse sessioni del Consiglio episcopale permanente e, soprattutto, in tre assemblee generali: quella di maggio 2003 a Roma, dedicata all’Iniziazione cristiana’; quella di novembre 2003 ad Assisi, su La parrocchia: Chiesa che vive tra le case degli uomini’; infine quella dal 17 al 21 maggio 2004, ancora a Roma, “la cui riflessione è confluita in questo documento, che intende delineare il volto missionario” che devono assumere le oltre 25mila parrocchie. Pubblichiamo alcuni stralci del documento.
IL DOCUMENTO è articolato in due parti: la prima ha carattere introduttivo, mentre la seconda è dedicata a illustrare le valorizzazioni e scelte più significative. Naturalmente, scrivono i vescovi, “non era possibile dire tutto nei limiti di un documento. Si è dovuto scegliere, cercando di raccogliere le indicazioni essenziali. Nel testo vengono offerti alcuni indirizzi pastorali tra loro coordinati, per creare comunione tra le diocesi nell’impegno, da molte già condiviso, del rinnovamento pastorale della parrocchia in senso missionario”. Gli orientamenti emersi sono sintetizzati, nell’introduzione, in 8 obiettivi, “tenendo presente che vanno ripensati e concretizzati, nelle forme e nei tempi, a seconda delle situazioni diocesane”: anzitutto il primo annuncio del Vangelo; poi, l’iniziazione cr istiana; quindi, la domenica, come giorno del Signore, della Chiesa e dell’uomo; la cura degli adulti e della famiglia per la maturità della fede; il legame con il territorio; la necessità di una “pastorale integrata” in cui, “nell’unità della diocesi, le parrocchie si collegano tra loro, con forme diverse a seconda delle situazioni dalle unità pastorali alle vicarie o zone valorizzando la vita consacrata e i nuovi movimenti”. Infine, il bisogno di “nuovi” protagonisti: “Una comunità che si sente tutta responsabile del Vangelo, preti più pronti alla collaborazione nell’unico presbiterio e più attenti a promuovere carismi e ministeri, sostenendo la formazione dei laici, con le loro associazioni, anche per la pastorale d’ambiente, e creando spazi di reale partecipazione”.
“IL FUTURO DELLA CHIESA in Italia, e non solo, ha bisogno della parrocchia”. Lo affermano i vescovi nella Nota pastorale, spiegando che “questa convinzione deve alimentare un’ampia corrente di fiducia e un corale slancio della Chiesa italiana tutta. Anche nelle trasformazioni odierne la Chiesa ha bisogno della parrocchia, come luogo dov’è possibile comunicare e vivere il Vangelo dentro le forme della vita quotidiana. Ma perché questo possa realizzarsi, è necessario disegnare con più cura il suo volto missionario, rivedendone l’agire pastorale, per concentrarsi sulla scelta fondamentale dell’evangelizzazione”. A proposito della “svolta missionaria”, i vescovi precisano che “occorre valutare, valorizzare e sviluppare le potenzialità missionarie già presenti, anche se spesso in forma latente, nella pastorale ordinaria. È ingiustificato e controproducente concepire la svolta missionaria’ quasi in alternativa alla pastorale ordinaria e sottostimare quest’ultima, come se fosse, di sua natura, soltanto statica gestione dell’esistente. Ma occorre anche avere il coraggio della novità che lo Spirito chiede oggi alle Chiese”.
LA DOMENICA ALLA SORGENTE. “Le nostre parrocchie non si stanchino di ribadire a ogni cristiano il dovere-bisogno della fedeltà alla messa domenicale e festiva e di vivere cristianamente la domenica e le feste. Dobbiamo custodire’ la domenica, e la domenica custodirà’ noi e le nostre parrocchie, orientandone il cammino, nutrendone la vita”. È quanto ribadiscono i vescovi nella Nota. “La domenica sottolineano – sta alla sorgente, al cuore e al vertice della vita parrocchiale”. Per questo “è necessario ripresentarla in tutta la sua ricchezza: giorno del Signore; giorno della Chiesa; giorno dell’uomo, in cui la dimensione della festa svela il senso del tempo e apre il mondo alla speranza. Queste dimensioni sono oggi in vario modo minacciate dalla cultura diffusa; in particolare, l’organizzazione del lavoro e i fenomeni nuovi di mobilità agiscono da fattori disgreganti la comunità e giungono anche a precludere la possibilità di vivere la domenica e le altre feste”. Tre, secondo i vescovi, gli obiettivi per le parrocchie: “Difendere anzitutto il significato religioso, ma insieme antropologico, culturale e sociale della domenica; curare in modo particolare la qualità delle celebrazioni eucaristiche domenicali e festive”; sottolineare che “il giorno del Signore è anche tempo della comunione, della testimonianza e della missione”.
Alla “domenica” è dedicato il XXIV Congresso eucaristico nazionale che si terrà a Bari dal 21 al 29 maggio 2005 sul tema “Senza la Domenica non possiamo vivere”.