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PARLAMENTO, FINI PRESIDENTE CAMERA; NAPOLITANO: CONSULTAZIONI DAL 6 MAGGIO

«Sono un uomo di parte, ma mi impegnerò per il rigoroso rispetto della parità dei diritti di tutti i parlamentari». Sono state queste le prime parole di Gianfranco Fini appena eletto alla presidenza della Camera. Al quarto scrutinio, quando bastava la maggioranza assoluta, il presidente di An ha ottenuto 335 voti, 29 in più di quelli necessari (il quorum era a 306). Sette consensi sono andati a Daniele Marantelli del Pd, tre i voti dispersi, 259 le schede bianche, sette le nulle. Nel suo discorso di insediamento, – undici pagine, lette in 14 minuti, un discorso interrotto da sedici applausi e suggellato da una standing ovation finale – Fini ha rivolto un «doveroso e sincero» saluto al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, un pensiero al neo eletto presidente del Senato Renato Schifani e un omaggio a Benedetto XVI. Dal neo presidente della Camera anche un elogio del 25 aprile e del primo maggio: «Celebrare la ritrovata libertà dell’Italia e la centralità del lavoro è un dovere cui nessuno deve sottrarsi» ha spiegato Fini. «Si tratta di valori – ha aggiunto – condivisi da tutti gli italiani, specie i più giovani». Per il nuovo numero uno di Montecitorio, nonostante siano «pochi e isolati» quelli che ancora «alzano steccati di odio», bisogna continuare a impegnarsi verso «la ricostruzione di una memoria storica condivisa, una pacificazione nazionale tra vincitori e vinti».Con l’elezione di Fini si completa l’assetto istituzionale del nuovo Parlamento. Ieri l’elezione di Renato Schifani (Pdl) alla presidenza del Senato. In questo caso l’elezione era stata al primo scrutinio, con 178 voti su 319 senatori presenti (la maggioranza necessaria era 162 voti), quattro voti in più di quelli che ha a disposizione la maggioranza. Intanto da Graz (Austria) il Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, parlando con i cronisti ha dichiarato che “La crisi ormai si avvia a una rapida soluzione, nel giro di poco, penso che il 5 si costituiranno i gruppi parlamentari e il 6 pomeriggio possono iniziare le consultazioni”.