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PARITA’ SCOLASTICA, CARD. RUINI: REALIZZARE PIENA PARITA’ CON RISORSE FINANZIARIE

“La scuola e i diversi e percorsi formativi appartengono alle grandi priorità nazionali, sono un bene prezioso su cui occorre investire con decisione e con responsabilità”. Lo ha detto il card. Camillo Ruini, presidente della Cei, intervenendo oggi all’incontro promosso dal Consiglio nazionale della scuola cattolica (Cnsc) su “Diritto all’istruzione e parità scolastica. Principi costituzional8i,interventi normativi ed economici”. “Il potenziale di sviluppo di un Paese e il suo radicamento nei valori della democrazia, della coesione sociale e del progresso civile –ha proseguito il cardinale – si possono certamente misurare dall’impegno convergente su questi fronti dell’intera società civile, del mondo politico, di quella sindacale e della stessa comunicazione sociale”.

E’ a partire dal “primato dell’educazione” – considerato anche dall’Unione Europea “un obiettivo strategico, centrato sulla competitività, sulla crescita economica e sulla cittadinanza attiva” – che per i vescovi italiani “va ridisegnato il sistema di un nuovo ‘welfare’ capace di assicurare ai cittadini di una società complessa e globalizzata – ma anche frammentata e soggetta a forti tensioni – le condizioni di esercizio dei diritti di libertà fondamentali per la realizzazione compiuta della personalità di ciascuno”, a partire dalla “risorsa primaria” della persona.

Tra i “nodi fondamentali” che “impediscono la creazione di un sistema educativo di istruzione e formazione veramente unitario, pluralistico, continuo e di qualità, sviluppato tramite il concorso di tutte le forze e le risorse espresse dalla società civile”, Ruini ha citato “la garanzia di adeguate risorse anche finanziarie finalizzate a sostenere il processo di riforma, a migliorare la qualità dell’offerta formativa pubblica statale e non statale e quindi l’esercizio per tutti del diritto-dovere all’istruzione e alla formazione”. “Garantire la piena parità scolastica, l’esercizio del diritto all’istruzione e alla formazione degli studenti e quelli della libertà di scelta da parte delle famiglie nel contesto e nel rispetto delle norme generali fissate dallo Stato –ha affermato –significa porre una pietra d’angolo essenziale e sostenuto dell’intero edificio del sistema di istruzione e formazione professionale”. “Tutti i soggetti del sistema educativo allargato –ha ammonito Ruini – devono assumere un alto profilo di responsabilità al fine di dotare il nostro Paese di un sistema fortemente rinnovato, all’altezza dei tempi e dei problemi, in grado di favorire la valorizzazione di quella risorsa essenziale che è la persona”.

La riforma in atto è “il terreno adeguato sul quale far convergere le energie positive per dare una risposta proporzionata ai problemi che investono l’educazione”: per questo va “sostenuta da tutti e incoraggiata”, in modo da “non perdere di vista” valori essenziale per il bene comune come “l’autonomia, il pluralismo, la prossimità della società civile per il coinvolgimento pieno del contesto locale nell’opera educativa”. I “fattori che entrano in gioco” nella questione della scuola, per la Cei, – richiedono “una risposta organica e per quanto possibile condivisa”, poiché “coinvolgono il livello istituzionale, quello dei diritti civili, dello della regolazione delle diverse competenze dei soggetti interessati, quello del rapporto tra istruzione formale, informale e non formale, quello dei saperi e della loro valutazione”. Di qui l’esigenza di tradurre il “primato dell’educazione” in una “nuova cultura della cittadinanza” in grado do sostenere un’identità comune e comunitaria nel rispetto delle differenze culturali”, a partire dal “riconoscimento pieno della libertà di scelta educativa, senza del quale il pluralismo rimarrebbe necessariamente carente”.

La “libertà di educazione”, intesa come “libertà di scelta della scuola frequentare”, si fonda “sul diritto di ogni persona ad educarsi e ad essere educata secondo le proprie convinzioni e sul correlativo diritto dei genitori di decidere dell’educazione e del genere d’istruzione da dare ai loro figli minori”: a livello pubblico, per la Cei va affiancata alla “definizione di un profilo di responsabilità e di competenza dello Stato, delle Regioni e degli altri Enti Locali coerente con il dettato costituzionale ed alla “garanzia dell’autonomia delle istituzioni formative nel rispetto dei livelli essenziali delle prestazioni”. Quanto alla comunità ecclesiale, il suo “compito principale” è secondo i vescovi “individuare e realizzare le condizioni che possano favorire la formazione della personalità”, offrendo “un contributo più consapevole al processo di riforma del sistema di istruzione e di formazione”.Sir