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PARALIMPIADI: AZZURRI RINGRAZIANO CIAMPI, BELLO INCONTRARLO

Sorrisi, strette di mano, qualche buffetto sulle guance e pacche sulle spalle. Il presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi ha avuto un gesto e una parola per ciascuno dei 39 atleti paralimpici italiani con cui ha pranzato al villaggio olimpico di Torino. Un momento di festa che ha anticipato di poche ore la cerimonia d’inaugurazione di oggi pomeriggio. E che ha regalato grande emozione a tutta la squadra azzurra. “Che gioia poter stringere la mano al capo dello Stato”, racconta Francesca Porcellato con un sorriso grande come una casa dipinto sul volto. “E’ la terza volta che lo incontro, eppure riesce sempre a regalarmi grandissime emozioni”, aggiunge sgranando due occhi azzurri che sono talmente belli da far scomparire la carrozzina su cui è seduta. “Nell’immaginazione di tutti una persona come lui dovrebbe essere austera – commenta tutto d’un fiato – e invece è simpaticissimo”.

Tra una portata e l’altra, Ciampi si è infatti soffermato a chiacchierare con gli atleti. “Ha voluto sapere tutto sui nostri allenamenti – racconta il capitano della nazionale italiana di sledge hockey Andrea Chiarotti – e sulle attrezzature che utilizziamo. Ed abbiamo anche parlato del più e del meno, come si fa con un amico”. E’ toccato a lui ed alla Porcellato accogliere il Presidente e la moglie Franca al suo arrivo nel villaggio olimpico di Torino. “All’inizio ero un po’ impacciato – ammette Chiarotti – ma la semplicità del presidente mi ha subito messo a mio agio”. Non è da tutti pranzare con il Capo dello Stato, che nel suo discorso ha definito gli atleti paralimpici un esempio per i giovani.

“E’ un complimento che ci ha fatto molto piacere – riprende Francesca Porcellato – anche se, a dire il vero, noi non ci consideriamo affatto speciali. Siamo soltanto atleti che non vedono l’ora di scendere in pista e di confrontarsi con gli avversari”. “Io gioco ad hockey – sottolinea Andrea Chiarotti – perché mi diverto come un pazzo e basta. E per favore, non chiedeteci più dei nostri incidenti”, precisa appellandosi ai numerosi giornalisti che sono arrivati a Torino per le Paralimpiadi invernali. “Non siamo affatto dei poverini – continua battendo il palmo della mano sulla gamba amputata – ma dei ragazzi come tanti, che fanno una vita sana perché amano lo sport”.

Guai a dire loro che una medaglia, in fondo, l’hanno conquistata comunque: “Noi le medaglie le vogliamo vincere sul campo. Tutti gli altri ragionamenti ci interessano poco”, ribatte la Porcellato che, dopo 5 Paralimpiadi estive e 10 medaglie nell’atletica leggera, debutta nello sci di fondo. “Sono una principiante – dice ridendo – però mi piacerebbe lo stesso vincere qualcosa”. Una missione che Chiarotti definisce “impossibile”, invece, per la sua squadra di hockey. “Tre anni fa non esistevamo neppure – ricorda – e da domani ci confronteremo con le nazionali più forti del mondo. Altro che storie: per noi sarà già tanto se faremo un gol…”. Eppure il Presidente Ciampi ha augurato anche a loro “di dare il massimo – ha detto durante il pranzo – e di portare in alto il tricolore”. Un auspicio che, c’ è da giurarci, nessuno disattenderà. (ANSA).

I Giochi Paraolimpici di Torino 2006