Papa Francesco
Papa, via crucis: “unisco la mia croce alla tua”
Le meditazioni scritte da papa francesco per la celebrazione di questa sera al Colosseo
“Gesù, il tuo silenzio mi scuote: m’insegna che la preghiera non nasce dalle labbra che si muovono, ma da un cuore che sa stare in ascolto: perché pregare è farsi docili alla tua Parola, è adorare la tua presenza”. E’ il commento del Papa alla prima stazione della Via Crucis che stasera presiederà al Colosseo. “Gesù, mi accorgo che ti conosco poco – il “mea culpa” di Francesco – perché non conosco abbastanza il tuo silenzio; perché nella frenesia di correre e fare, assorbito dalle cose, preso dalla paura di non stare a galla o dalla smania di mettermi al centro, non trovo il tempo per fermarmi e rimanere con te: per lasciare agire te, Parola del Padre che operi nel silenzio”. “Più il male è forte, più la tua risposta è radicale”, il commento del Papa: “E la tua risposta è il silenzio. Ma il tuo silenzio è fecondo: è preghiera, è mitezza, è perdono, è la via per redimere il male, per convertire ciò che soffri in un dono che offri.
“Gesù, portiamo anche noi delle croci, a volte molto pesanti: una malattia, un incidente, la morte di una persona cara, una delusione affettiva, un figlio che si è perso, il lavoro che manca, una ferita interiore che non guarisce, il fallimento di un progetto, l’ennesima attesa andata a vuoto…”. E’ la meditazione del Papa sulla seconda stazione della Via Crucis: “Unisco la mia croce alla tua, ti porto la mia stanchezza e le mie miserie, getto in te ogni peso del cuore”. Infine la preghiera: “Io vengo a te, Signore. Con la mia storia Io vengo a te, Signore. Con le mie fatiche Io vengo a te, Signore. Con i miei limiti e le mie fragilità io vengo a te, Signore. Con le mie paure Io vengo a te, Signore. Riponendo ogni fiducia nel tuo amore Io vengo a te, Signore”.
“Gesù, i tuoi ti hanno abbandonato, Giuda ti ha tradito, Pietro rinnegato: sei rimasto solo con la croce. Ma ecco tua madre. Non servono parole, bastano i suoi occhi, che sanno guardare in faccia la sofferenza e farsene carico”. E’ la descrizione dell’incontro tra Gesù e sua madre. “Non si può fare a meno di una madre che ci mette al mondo, ma neppure di una madre che ci rimette a posto nel mondo”, sintetizza Francesco: “Tu lo sai e dalla croce ci dai la tua stessa madre. Ecco tua madre, dici al discepolo, a ognuno di noi: dopo l’Eucaristia, ci dai Maria, dono estremo prima di morire”.
Poi la preghiera: “Guariscimi, Gesù! Da ogni presunzione di autosufficienza Guariscimi, Gesù! Dal pensare di farcela senza te e senza gli altri Guariscimi, Gesù! Dalle smanie del perfezionismo Guariscimi, Gesù! Dalla ritrosia nell’affidarti le mie miserie Guariscimi, Gesù! Dalla fretta di fronte ai bisognosi che incontro nel cammino Guariscimi, Gesù!”.
“Aiutaci a riconoscere la grandezza delle donne, loro che a Pasqua sono state fedeli e vicine a te, ma che ancora oggi vengono scartate, subendo oltraggi e violenze”. E’ l’appello del Papa, nella meditazione sull’ottava stazione. “Di fronte alle tragedie del mondo il mio cuore è di ghiaccio o si scioglie?”, si chiede ancora Francesco: “Come reagisco alla follia della guerra, a volti di bimbi che non sanno più sorridere, a madri che li vedono denutriti e affamati e non hanno più lacrime da versare?. Tu, Gesù, hai pianto su Gerusalemme, hai pianto sulla durezza del nostro cuore. Scuotimi dentro, dammi la grazia di piangere pregando e di pregare piangendo”.
“Gesù, tanti seguono il barbaro spettacolo della tua esecuzione e, senza conoscerti e senza conoscere la verità, emettono giudizi e condanne, gettando su di te infamia e disprezzo. Accade anche oggi, Signore, e non serve nemmeno un macabro corteo: basta una tastiera per insultare e pubblicare sentenze”. E’ l’immagine scelta dal Papa per commentare la sesta stazione, dedicata alla Veronica.
La decima stazione è segnata dalla richieta di perdono: “Padre, abbi misericordia di noi e del mondo intero”.
“Fa’ che ti riconosca e ti ami nei bimbi non nati e in quelli abbandonati, in tanti giovani, in attesa di chi ascolti il loro grido di dolore, nei troppi anziani scartati, nei detenuti e in chi è solo, nei popoli più sfruttati e dimenticati”. Si conclude con questa preghiera la meditazione sull’undicesima stazione della Via Crucis, dove Gesù grida a Dio il suo abbandono.
la tredicesima stazione è un’invocazione a Maria: “Accoglimi tra le tue braccia e chinati sulle mie ferite. Aiutami a dire ‘sì’ a Dio, ‘sì’ all’amore. Madre di pietà, viviamo un tempo spietato e abbiamo bisogno di compassione: tu, tenera e forte, ungici di mitezza: sciogli le resistenze del cuore e i nodi dell’anima”. Poi la preghiera: “Prendimi per mano, Maria. Quando cedo alla recriminazione e al vittimismo, quando smetto di lottare e accetto di convivere con le mie falsità, quando indugio e non trovo il coraggio di dire ‘sì’ a Dio, quando sono indulgente con me e inflessibile con gli altri, quando voglio che la Chiesa e il mondo cambino, ma io non cambio”.
Nell’ultimq stazione, un invito a donare sè stessi: “Sarà davvero Pasqua se donerò qualcosa di mio a colui che per me ha dato la vita”, il monito del Papa: “perché è dando che si riceve; perché la vita si trova quando si perde e si possiede quando si dona”.