Vita Chiesa

PAPA, UDIENZA: «DIO SI SCHIERA DALLA PARTE DEGLI ULTIMI»; APPELLO AI RESPONSABILI DELLE NAZIONI

“Dio fa la scelta di schierarsi in difesa dei deboli, delle vittime, degli ultimi”. Lo ha detto il Papa, che commentando durante la tradizionale udienza generale il Salmo 137 ha lanciato un appello ai “responsabili delle nazioni di tutti i tempi”, affinché “sappiano quale debba essere la loro opzione nel governo delle nazioni”. Un invito, questo, rivolto “a tutti i re”, ma anche – ha aggiunto Benedetto XVI parlando a braccio – “a tutti noi, perché anche noi dobbiamo sapere quale scelta prender, quale opzione far: schierarci con gli ultimi, i poveri, i deboli”.

“Dobbiamo essere certi che, per quanto siano pesanti e tempestose le prove che ci attendono – ha aggiunto Benedetto XVI rivolgendosi ai circa 20mila fedeli radunatisi in piazza S. Pietro – noi non saremo mai abbandonati a noi stessi, non cadremo mai fuori delle mani del Signore, quelle mani che ci hanno creato e che ora ci seguono nell’itinerario della vita”. Nel salmo citato, ha fatto notare il Santo Padre, “si parla in modo sintetico dell”ira dei nemici’, una specie di simbolo di tutte le ostilità che possono pararsi innanzi al giusto durante il suo cammino nella storia. Ma egli sa – ‘come sappiamo noi’, ha aggiunto fuori testo il Papa – che il Signore non lo abbandonerà mai e stenderà la sua mano per sorreggerlo e guidarlo”. La finale del brano biblico è, allora, “un’ultima appassionata professione di fiducia in Dio dalla bontà sempiterna: egli ‘non abbandonerà l’opera delle sue mani’, cioè la sua creatura”.

“E in questa fiducia, nella certezza della bontà d Dio, viviamo anche noi”, ha detto il Santo Padre a braccio. Sempre fuori testo, al termine della catechesi, il Papa ha citato un commento al Salmo 137 di Efren Siro, n autore del IV secolo, sottolineando: “Dio è onnipotente, ed usa la sua potenza per la misericordia”.

A “Immagine e al servizio” di Cristo, “i sacerdoti devono donare la loro vita per la gloria di Dio e la salvezza delle anime”. Lo ha detto il Papa, salutando al termine dell’udienza generale di oggi i partecipanti al convegno promosso dalla Congregazione per il Clero, in occasione del quarantesimo anniversario della promulgazione del Decreto “Presbyterorum ordinis”, accompagnati dal card. Darìo Castrillòn Hoyos. “Questo documento conciliare – ha esordito Benedetto XVI – ha segnato una tappa di fondamentale importanza nella vita della Chiesa per quanto concerne la riflessione sulla natura e sulle caratteristiche del sacerdozio ministeriale, che configura i presbiteri a Gesù Cristo, capo e pastore del suo popolo”.

“A sua immagine e al suo servizio – ha concluso il Santo Padre – i sacerdoti devono donare la loro vita per la gloria di Dio e la salvezza delle anime”.Salutando poi i docenti e gli studenti della Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale, il Pontefice li ha incoraggiati “a proseguire con generosità nel vostro impegno teologico, arduo e al tempo stesso esaltante, invitandovi a svolgerlo sempre in piena fedeltà al Vangelo e in comunione con il Magistero della Chiesa”. “Se ben praticato”, lo sport “può diventare veicolo privilegiato di un impareggiabile messaggio di speranza, promuovendo la cultura del rispetto, della lealtà e della serena convivenza”. Lo ha detto il Papa, che salutando, al termine dell’udienza di oggi, i componenti delle sezioni di Bolzano e Firenze dell’Associazione Italiana Arbitri si è soffermato sul “valore dello sport”. Dopo aver rivolto “un pensiero speciale” alle detenute che hanno confezionato “manufatti liturgici” per l’Accademia dei Merletti di Cantù, Benedetto XVI ha salutato “la famiglia del settimanale diocesano L’amico del Popolo di Agrigento”, a cui ha augurato “di proseguire la preziosa opera informativa svolta in questi cinquant’anni di vita”. Tra i gruppi di pellegrini italiani menzionati dal Papa, figurando anche i “Cavalieri di Sobieski”, ragazzi delle scuole medie, sorti “dallo zelo apostolico che il compianto mons. Luigi Giussani ha trasmesso nell’educazione della gioventù”, ha detto il Papa, che ha concluso l’udienza generale ricordando la figura del vescovo Sant’Ambrogio, “di cui oggi celebriamo la memoria”, augurandosi che “sia per tutti un esempio di fedeltà a Gesù che, in questo tempo di Avvento, attendiamo come Salvatore dell’umanità”.Sir