Vita Chiesa

PAPA: NO ALL’IDOLATRIA DELLA RICCHEZZA E ALLA RIMOZIONE DELLA MORTE. APPELLO PER L’IRAQ

“L’idolatria della ricchezza” è ”una delle tentazioni costanti dell’umanità”, che cerca “in tutti i modi di ignorare” la “realtà” della morte. Lo ha detto oggi il Papa, che nel corso della tradizionale udienza generale è tornato a commentare il Salmo 48, che costituisce “una realistica e severa meditazione sulla morte, traguardo ineludibile fondamentale dell’esistenza umana”. “Aggrappandosi al denaro, considerato come dotato di una forza invincibile, ci si illude di poter ‘comperare anche la morte’, allontanandola da sé”, ha esordito il Santo Padre ricollegandosi al tema centrale della meditazione tenuta nella catechesi della settimana scorsa. “Spesso noi cerchiamo in tutti i modi di ignorare questa realtà, allontanandone il pensiero dal nostro orizzonte”, ha proseguito il Pontefice, definendo la rimozione della morte una “fatica, oltre che inutile, anche inopportuna”.

“La riflessione sulla morte – ha spiegato, infatti, il Papa – si rivela benefica perché relativizza tante realtà secondarie che abbiamo purtroppo assolutizzato, come appunto la ricchezza, il successo, il potere”. Il salmo citato invita a “non temere” e a “non invidiare il ricco sempre più arrogante nella sua gloria”: il giusto, ha ricordato Giovanni Paolo II, ”non sarà abbandonato dal Signore, che gli indicherà ‘il sentiero della vita, gioia piena alla sua presenza, dolcezza senza fine alla sua destra’”. Anche salutando i suoi connazionali il Papa ha sottolineato che “il giusto può avere la certezza di non essere dimenticato da Dio nel momento della morte. Ai suoi fedeli Dio schiuderà gli orizzonti di speranza e di immortalità”. Vicinanza nella “preghiera”, incoraggiamento ai cristiani e “partecipazione al dolore delle famiglie delle vittime e alle sofferenze degli ostaggi e di tutti gli innocenti colpiti dalla cieca barbarie del terrorismo”. Sono i passi salienti dell’appello per l’Iraq, lanciato dal Papa al termine dell’udienza generale di oggi. “Accompagno ogni giorno nella preghiera la cara popolazione irachena, intenta a ricostruire le istituzioni del Proprio Paese”, ha esordito il Pontefice: “Allo stesso tempo – ha proseguito il Santo Padre – incoraggio i cristiani a continuare con generosità ad offrire il proprio fondamentale contributo per la riconciliazione dei cuori”. Giovanni Paolo II ha terminato il suo appello esprimendo “affettuosa partecipazione al dolore delle famiglie e delle vittime e alle sofferenze degli ostaggi e di tutti gli innocenti colpiti dalla cieca barbarie del terrorismo”. Sir