Papa Francesco
Papa: “No al male dell’indifferenza”
“No al male e no all’indifferenza, sì’ al cammino che ci fa progredire nella vita”. È l’invito, a braccio, del Papa, al termine della catechesi dell’udienza di oggi
“No al male e no all’indifferenza, sì’ al cammino che ci fa progredire nella vita. E per questo ci vuole lottare”. È l’invito, a braccio, del Papa, al termine della catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata alla fortezza, “una virtù fondamentale perché prende sul serio la sfida del male nel mondo”. “Qualcuno finge che esso non esista, che tutto vada bene, che la volontà umana non sia talvolta cieca, che nella storia non si dibattano forze oscure portatrici di morte”, l’obiezione di Francesco: “Ma basta sfogliare un libro di storia, o purtroppo anche i giornali, per scoprire le nefandezze di cui siamo un po’ vittime e un po’ protagonisti: guerre, violenze, schiavitù, oppressione dei poveri, ferite mai sanate che ancora sanguinano”. “La virtù della fortezza ci fa reagire e gridare un ‘no’ secco a tutto questo”, ha garantito il Papa: “Nel nostro confortevole Occidente, che ha un po’ annacquato tutto, che ha trasformato il cammino di perfezione in un semplice sviluppo organico, che non ha bisogno di lotte perché tutto gli appare uguale, avvertiamo talvolta una sana nostalgia dei profeti. Ma sono molto rare le persone scomode e visionarie. C’è bisogno di qualcuno che ci scalzi dal posto soffice in cui ci siamo adagiati e ci faccia ripetere in maniera risoluta il nostro ‘no’ al male e a tutto ciò che conduce all’indifferenza”.
Sconfiggere i “nemici interni” e i “nemici esterni”. È ciò che la virtù della fortezza permette di fare. Lo ha spiegato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, pronunciata in piazza San Pietro e dedicata a questo tema. “Ci sono nemici interni che dobbiamo sconfiggere, che vanno sotto il nome di ansia, di angoscia, di paura, di colpa”, ha detto Francesco: “Tutte forze che si agitano nel nostro intimo e che in qualche situazione ci paralizzano”. “Quanti lottatori soccombono prima ancora di iniziare la sfida, perché non si rendono conto di queste virtù interne!”, ha esclamato: “La fortezza è una vittoria anzitutto contro noi stessi. La maggior parte delle paure che nascono in noi sono irrealistiche, e non si avverano per nulla. Meglio allora invocare lo Spirito Santo e affrontare tutto con paziente fortezza: un problema alla volta, come siamo capaci, ma non da soli! Il Signore è con noi, se confidiamo in lui e cerchiamo sinceramente il bene. Allora in ogni situazione possiamo contare sulla Provvidenza di Dio che ci fa da scudo e corazza”. Oltre alle prove interne, ci sono “nemici esterni, che sono le prove della vita, le persecuzioni, le difficoltà che non ci aspettavamo e che ci sorprendono”, ha proseguito il Papa, secondo il quale “noi possiamo tentare di prevedere quello che ci capiterà, ma in larga parte la realtà è fatta di avvenimenti imponderabili, e in questo mare qualche volta la nostra barca viene sballottata dalle onde. La fortezza allora ci fa essere marinai resistenti, che non si spaventano e non si scoraggiano”.