Il ristabilimento della piena unità tra i cristiani impegna ogni battezzato, pastori e fedeli tutti, in un momento i cui il desiderio dell’unità va estendendosi ed il dolore della separazione si fa sentire con sempre più viva intensità. Lo ha detto oggi il Papa, che nel corso della tradizionale udienza generale ha citato la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani (iniziata ieri), che si svolge ha ricordato qualche mese dal quarantesimo anniversario della promulgazione del decreto del Concilio Vaticano II Unitatis redintegratio’, testo chiave che ha posto la Chiesa cattolica fermamente ed irrevocabilmente nel solco del movimento ecumenico. Il desiderio dell’unità ha sottolineato il Santo Padre va estendendosi e si approfondisce toccando ambienti e contesti nuovi, suscitando fervore di opere, iniziative, riflessioni, e di recente si sono realizzati importanti contatti di dialogo e di collaborazione. Nello stesso tempo, ha rimarcato il Papa, il dolore si fa sentire con sempre più viva intensità, davanti alle sfide di un mondo che attende una testimonianza evangelica chiara e unanime da parte dio tutti i credenti in Cristo. L’anima della Settimana, come di tutto il movimento ecumenico, è la preghiera, che però per il Papa deve essere accompagnata dalla purificazione della mente, dei sentimenti, della memoria. Senza l’interiore conversione, ha ammonito Giovanni Paolo II, non c’è vero ecumenismo: l’unità è un dono di Dio, dono da implorare senza stancarsi con umiltà e verità. La Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani si concluderà il 25 gennaio, a Roma, con la celebrazioni dei vespri nella Basilica di San Paolo Fuori le Mura. Ringrazio il card. Walter Kasper che mi rappresenterà in tale incontro liturgico, al quale prenderanno parte rappresentanti di altre chiese e confessioni cristiane, ha detto il Papa: Io mi unirò spiritualmente, e chiedo anche a voi di pregare perché l’intera famiglia dei credenti possa raggiungere quanto prima la piena comunione voluta da Cristo. Sir