La fecondità, come realtà insita radicalmente nel matrimonio, è un tema rilevante ai nostri giorni, nell’Occidente spesso incapace di affidare la propria esistenza al futuro attraverso la generazione e la tutela di nuove creature, che continuino la civiltà dei popoli e realizzino la storia della salvezza. Lo ha detto oggi il Papa, che nella tradizionale udienza generale si è soffermato sul Salmo 44, in cui la vocazione nuziale è dipinta come una svolta nella vita che cambia l’esistenza. Nella parte finale del salmo, ha sottolineato il Papa, si parla di figli e di generazioni, partendo dalla consapevolezza che il futuro, non solo della dinastia ma dell’umanità, si attua proprio perché la coppia offre al mondo nuove creature. Salutando i pellegrini spagnoli, Giovanni Paolo II ha invitato in particolare a pregare il Signore per tutti i matrimoni chiamati a offrire nuove vite, continuatrici della civiltà e della storia della salvezza. Altro tema del brano della Liturgia dei vespri scelto oggi dal Papa, quello della bellezza, come riflesso dello splendore di Dio stesso. Una caratteristica, questa, che nel Salmo 44 è evidente soprattutto nella figura del dolce ritratto femminile, forse di una principessa straniera, che fa da sfondo ai versetti biblici. Accanto alla bellezza, ha commentato il Papa, viene esaltata la gioia, ossia quella letizia genuina, molto più profonda della semplice allegria, che è espressione di amore, in quanto partecipa al bene della persona amata con serenità di cuore. Sir