“Il prezioso dono della concordia e della pace, per l’intera umanità, specialmente per i popoli minacciati in queste ore dalla guerra”. Questa l’intercessione rivolta oggi da Giovanni Paolo II, durante l’udienza generale, a San Giuseppe, patrono universale della Chiesa e uomo di pace, di cui oggi si celebra la solennità. Il Papa ha ricordato ai fedeli presenti in piazza San Pietro i tratti caratteristici di San Giuseppe, “definito nel Vangelo uomo giusto'”: “La parola giusto’ evoca la sua rettitudine morale, il sincero attaccamento alla pratica della legge e l’atteggiamento di totale apertura alla volontà del Padre. Anche nei momenti difficili e talora drammatici, l’umile carpentiere di Nazaret mai arroga per sé il diritto di porre in discussione il progetto di Dio. Attende la chiamata dall’Alto e in silenzio rispetta il mistero. In questo silenzio è racchiuso lo stile stesso della sua missione: una esistenza vissuta nel grigiore della quotidianità, ma con una sicura fede nella Provvidenza”. San Giuseppe, ha proseguito il Santo Padre, “ogni giorno dovette provvedere alle necessità della famiglia con il duro lavoro manuale” per questo è “giustamente” additato dalla Chiesa “come patrono dei lavoratori”. Da qui l’invito a “riflettere anche sull’importanza del lavoro nell’esistenza dell’uomo, nella famiglia e nella comunità. L’uomo è soggetto e protagonista del lavoro e, alla luce di questa verità, si può ben percepire il nesso fondamentale esistente tra persona, lavoro e società”. Ai credenti poi il compito di “proclamare e testimoniare il significato cristiano del lavoro nelle loro diverse attività occupazionali”. Il Pontefice ha quindi affidato alla protezione di San Giuseppe “i giovani che si preparano alla futura professione, i disoccupati e coloro che soffrono i disagi delle ristrettezze occupazionali, le famiglie e l’intero mondo del lavoro con le attese e le sfide, i problemi e le prospettive che lo contrassegnano”.Sir