Vita Chiesa

Papa in Mozambico: incontro interreligioso con i giovani, «non lasciate che vi rubino la gioia»

La risposta, a braccio, di Francesco: «Volete scrivere una nuova pagina della storia? Quando sono entrato, vi ho sentito dire: ‘riconciliazione’. Ripetetelo!». «Voi, giovani, camminate con due piedi come gli adulti ma, a differenza deli adulti che li tengono paralleli, ne avete sempre uno davanti all’altro, pronti a partire, a scattare», la fotografia scattata da Francesco in risposta alle domande dei giovani che hanno scandito l’incontro interreligiooso: la gioia di vivere, ha aggiunto, »è una delle vostre principali caratteristiche e diventa il migliore antidoto per smentire tutti quelli che vogliono dividere, frammentare o contrapporre. Come si sente, in alcune regioni del mondo, la mancanza della vostra gioia di vivere!».

Per il Papa, «bisogna stare attenti a due atteggiamenti che uccidono i sogni e la speranza: la rassegnazione e l’ansia. Sono grandi nemiche della vita, perché di solito cci spingono su un percorso facile ma di sconfitta; e il pedaggio che chiedono per passare è molto caro…Si paga con la propria felicità e persino con la vita. Quante promesse vuote di felicità, che finiscono per mutilare delle vite!». «Non darsi per vinti», l’invito a braccio fatto ripetere alla folla. Poi Francesco, salutato da un fragoroso applauso, ha citato «un grande giocatore di queste terre che ha imparato a non rassegnarsi»: Eusebio da Silva,  la «pantera nera». «Iniziò la sua vita sportiva nella squadra di questa città», ha ricordato il Santo Padre: «Le gravi difficoltà economiche della sua famiglia e la morte prematura di suo padre non impedirono i suoi sogni; la sua passione per il calcio lo ha fatto perseverare, sognare e andare avanti… arrivando a segnare 77 reti per questo club di Maxaquene! Non mancavano i motivi per rassegnarsi…».

«Siate capaci di creare l’amicizia sociale». È l’invito del Papa ai giovani. «L’inimicizia sociale distrugge», il monito di Francesco: «E una famiglia si distrugge per l’inimicizia. Un paese si distrugge per l’inimicizia. Il mondo si distrugge per l’inimicizia. E l’inimicizia più grande è la guerra. Oggigiorno vediamo che il mondo si sta distruggendo per la guerra. Perché sono incapaci di sedersi e parlare. Siate capaci di creare l’amicizia sociale. Non è facile, occorre sempre rinunciare a qualcosa, occorre negoziare, ma se lo facciamo pensando al bene di tutti potremo realizzare la magnifica esperienza di mettere da parte le differenze per lottare insieme per uno scopo comune». È questo, per Francesco, «il miracolo della cultura dell’incontro»: «Sognate con gli altri, mai contro gli altri; sognate come avete sognato e preparato questo incontro: tutti uniti e senza barriere. Questo fa parte della nuova pagina della storia del Mozambico».

«Non aver paura di sbagliare!», l’altro invito rivolto idealmente ad ogni giovane: «Possiamo sbagliare mille volte, ma non cadiamo nell’errore di fermarci perché qualcosa non è andato bene la prima volta. L’errore peggiore sarebbe quello di abbandonare, a causa dell’ansia, i sogni e la voglia di un Paese migliore». A questo proposito, il Papa ha citato la «bella testimonianza» offerta da Maria Mutola, mezzofondista mozambicana, che «ha imparato a perseverare, a continuare a provare, nonostante restasse incompiuto il suo desiderio di ottenere la medaglia d’oro nei primi tre Giochi Olimpici a cui ha partecipato; successivamente, al quarto tentativo, questa atleta degli 800 metri ha ottenuto la sua medaglia d’oro alle Olimpiadi di Sydney. L’ansia non l’ha portata a chiudersi in sé stessa; i suoi nove titoli mondiali non le hanno fatto dimenticare il suo popolo, le sue radici, ma ha continuato a prendersi cura dei bambini bisognosi del Mozambico. Come lo sport ci insegna a perseverare nei nostri sogni!».

«Non escludete i vostri anziani». Anche da Maputo, dialogando con i giovani il Papa è tornato su uno dei temi a lui più cari: il legame tra le generazioni. «Anche i vostri anziani possono aiutare affinché i vostri sogni e le vostre aspirazioni non inaridiscano, non siano spazzati via dal primo vento di difficoltà o di impotenza», ha assicurato Francesco: «Gli anziani sono le nostre radici. Le generazioni precedenti hanno molto da dirvi, da proporvi», come antidoto alle «ideologie di diversi colori».

Anche ai giovani, come nel primo discorso alle autorità, il Papa ha chiesto di essere costruttori di pace: «un processo che anche voi siete chiamati a portare avanti, stendendo sempre le vostre mani soprattutto a coloro che passano momenti difficili», ha aggiunto facendo «il gesto della mano tesa» ed esortando i giovani a ripeterlo insieme a lui. Altra sfida da raccogliere, ha detto il Papa citando ancora una volta i due cicloni che hanno devastato il Paese, è quella di «impegnarci nella cura della nostra Casa Comune»: «Indubbiamente siete stati benedetti con stupende bellezze naturali: foreste e fiumi, vallate e montagne e tante belle spiagge. Purtroppo, qualche mese fa avete subito la furia di due cicloni, avete visto le conseguenze dello sfacelo ecologico in cui viviamo».

testo integrale del discorso