Vita Chiesa
Papa in Molise: misericordia come progetto di vita
“In queste parole del Padre Nostro – ha commentato – c’è tutto un progetto di vita, basato sulla misericordia”. “La misericordia, l’indulgenza, la remissione dei debiti – ha ammonito il Papa – non è solo qualcosa di devozionale, di intimo, un palliativo spirituale, una sorta di olio che ci aiuta ad essere più soavi. No! È la profezia di un mondo nuovo, in cui i beni della terra e del lavoro siano equamente distribuiti e nessuno sia privo del necessario, perché la solidarietà e la condivisione sono la conseguenza concreta della fraternità”. Sta qui, per Francesco, “il senso di una nuova cittadinanza, che sentiamo fortemente qui, da dove ci parla la memoria di san Pietro del Morrone Celestino V”. In questa prospettiva, l’anno giubilare celestiniano, “durante il quale sarà spalancata la porta della divina misericordia”, “non è una fuga, non è un’evasione dalla realtà e dai suoi problemi, è la risposta che viene dal Vangelo: l’amore come forza di purificazione delle coscienze, forza di rinnovamento dei rapporti sociali, forza di progettazione per un’economia diversa, che pone al centro la persona, il lavoro, la famiglia, piuttosto che il denaro e il profitto”.
“Non siamo dei sognatori degli illusi, né vogliamo creare oasi fuori dal mondo”. Ad assicurarlo è stato il Papa, che prima di congedarsi dal Molise ha tracciato un ritratto realista, ma anche profetico del cristiano. “Siamo tutti consapevoli che questa strada non è quella del mondo”, ha detto a proposito della strada della misericordia: “Crediamo piuttosto che questa strada è quella buona per tutti, è la strada che veramente ci avvicina alla giustizia e alla pace. Ma sappiamo anche che siamo peccatori, che noi per primi siamo sempre tentati di non seguire questa strada e di conformarci alla mentalità del mondo, del potere, della ricchezza”. Perciò “ci affidiamo alla misericordia di Dio, e ci impegniamo a compiere con la sua grazia frutti di conversione e opere di misericordia”, ha detto Francesco. “Convertirsi e fare opere di misericordia”: è questo, ha concluso il Papa a braccio, la “musica” che ci deve accompagnare in questo anno giubilare celestiniano. Alle 18.30, il Papa è salito sull’elicottero che lo ha riportato a Roma.