Vita Chiesa
PAPA IN LIBANO: P. LOMBARDI, VIAGGIO «MAI MESSO REALMENTE IN DISCUSSIONE»
Un viaggio che «non è mai stato realmente messo in discussione», e che manifesta «la chiara volontà della presenza» del Papa in questa terra, senza lasciarsi mettere incertezza dalle circostanze, nonostante i problemi dell’area, come segno di incoraggiamento, di speranza e di pace». Così padre Federico Lombardi, direttore della sala stampa della Santa Sede, ha definito l’imminente viaggio di Benedetto XVI in Libano – il 24° fuori dall’Italia, il quarto nell’area mediorientale – in un briefing tenuto oggi in sala stampa vaticana. In questi giorni, ha fatto notare il portavoce vaticano, si è registrato «consenso» per la visita del Papa «dalle varie Confessioni religiose» presenti nel Paese, che hanno manifestato «soddisfazione» per tale decisione e creato «un clima di cordiale benvenuto da parte delle componenti più varie della realtà libanese, che colgono il significato d’incoraggiamento, amichevole, di pace che il Papa vuole dare, e che fa andare con serenità e fiducia incontro a questo viaggio». Interrogato su possibili riferimenti alla situazione della Siria nei discorsi papali, padre Lombardi ha ricordato che Benedetto XVI «non si presenta come un potente capo politico, ma come un capo di comunità religiose che attraverso la loro testimonianza di vita e il loro impegno servono il Paese in cui vivono».
«Chi si fa aspettative sulla politica – ha puntualizzato il portavoce – non centra il viaggio e il suo spirito: il Papa è un leader religioso che va a portare un messaggio alla comunità che fa riferimento a lui, che attraverso la sua testimonianza svolge un servizio al Paese in cu abita». «Il Papa – ha precisato ancora il direttore della sala stampa della Santa Sede – non ha indicazioni per dire ai cristiani che cosa devono fare»: a loro, semmai, affida «un ruolo di ponte, non di parte ma di possibile incontro» tra le varie componenti del Paese. A una domanda sulle misure di sicurezza prese in occasione del viaggio, padre Lombardi ha risposto ricordando che «la sicurezza è responsabilità del Paese che ospita». «Ci possono essere anche misure preventive in questi giorni, ma non credo siano cose straordinarie», ha commentato il portavoce vaticano, ribadendo che «tutti considerano che il Papa è una persona benvenuta per la maggior parte della popolazione libanese, non c’è preoccupazione per ostilità nei suoi confronti: è visto come messaggero di pace e come tale è benvenuto, e ciò crea un clima di sostanziale serenità. Sta poi al Paese predisporre misure necessarie». L’occasione del viaggio del Papa – che «non è solo per il Libano, ma per tutto il Medio Oriente» – è la firma dell’Esortazione apostolica post-sinodale «Ecclesia in Medio Oriente». (Sir)