Vita Chiesa

PAPA IN GERMANIA: CELEBRAZIONE ECUMENICA, LA FEDE NON SI CONCORDA

“La fede non è una cosa che noi escogitiamo o concordiamo”. Con queste parole Benedetto XVI nella sua omelia tenuta questa mattina nella Chiesa dell’ex convento agostiniano di Erfurt durante una celebrazione ecumenica risponde a quanti alla vigilia della sua visita in Germania hanno parlato di “un dono ecumenico” che il Santo Padre avrebbe potuto fare in questi giorni. Il Papa ha spiegato la differenza che c’è tra la visita di un capo di Stato ad un paese amico e la visita che un pontefice fa ad una nazione. “Quando un Capo di Stato visita un Paese amico – ha detto -, generalmente precedono contatti tra le istanze, che preparano la stipulazione di uno o anche di più accordi tra i due Stati: nella ponderazione dei vantaggi e degli svantaggi si arriva al compromesso che, alla fine, appare vantaggioso per ambedue le parti, così che poi il trattato può essere firmato”. “Ma la fede dei cristiani – ha quindi subito aggiunto – non si basa su una ponderazione dei nostri vantaggi e svantaggi. Una fede autocostruita è priva di valore. La fede non è una cosa che noi escogitiamo o concordiamo. È il fondamento su cui viviamo”. Questo è il motivo per cui – ha spiegato Benedetto XVI – “l’unità cresce non mediante la ponderazione di vantaggi e svantaggi, bensì solo attraverso un sempre più profondo penetrare nella fede mediante il pensiero e la vita”. Un’omelia intensa in cui Benedetto XVI è tornato a ribadire la finalità del dialogo ecumenico: testimoniare il “Dio vivente è il nostro comune compito nel momento attuale”. Perché “quanto più il mondo si allontana da Dio, tanto più diventa chiaro che l’uomo, nell’hybris del potere, nel vuoto del cuore e nella brama di soddisfazione e di felicità, ‘perde’ sempre di più la vita”. Secondo Benedetto XVI questa testimonianza deve tradursi in un impegno “molto concreto” per l’uomo. “Viviamo – ha detto – in un tempo in cui i criteri dell’essere uomini sono diventati incerti. L’etica viene sostituita con il calcolo delle conseguenze. Di fronte a ciò noi come cristiani dobbiamo difendere la dignità inviolabile dell’uomo, dal concepimento fino alla morte – nelle questioni della diagnosi pre-impiantatoria fino all’eutanasia”. “Senza la conoscenza di Dio, l’uomo diventa manipolabile. La fede in Dio deve concretizzarsi nel nostro comune impegno per l’uomo”. (Sir)