Vita Chiesa
Papa in Corea: trasmettere ai giovani il valore della pace
“È importante riflettere su come stiamo trasmettendo i nostri valori alle nuove generazioni, su che tipo di mondo stiamo preparando per loro e, soprattutto, riflettere sulla necessità di trasmettere ai nostri giovani il dono della pace”. Non poteva esserci esordio migliore per Papa Francesco in Corea del Sud, Paese che porta dentro di sé la ferita ancora aperta della guerra con la Corea del Nord del 1950-1953.
Nel suo primo discorso, dopo l’arrivo a Seoul, davanti al presidente della Repubblica, Park Geun-Hye, prima donna eletta a questa carica, e ai massimi rappresentanti dello Stato, il Pontefice ha ribadito tutto il suo amore e la sua cura per i giovani. E lo ha fatto mettendo il mondo della politica davanti alle sue responsabilità: “La ricerca della pace rappresenta una sfida anche per quelli che si dedicano al perseguimento del bene comune della famiglia umana attraverso il paziente lavoro diplomatico. La pace può essere conseguita attraverso l’ascolto silenzioso e il dialogo, piuttosto che per mezzo di accuse reciproche, critiche inutili e manifestazioni di forza”.
Ai vescovi coreani il Papa ha chiesto anche di essere “custodi della speranza, mantenendo viva la fiamma della santità e della carità fraterna e prendendosi cura dell’educazione dei giovani”, attraverso il sostegno dato alle università e alle scuole cattoliche di ogni grado. Un impegno ecclesiale che non può essere disgiunto dalla “sollecitudine per i poveri, per i rifugiati e i migranti”. Vivere e operare nel mezzo di una “società prospera ma sempre più secolarizzata e materialistica” come quella coreana pone sfide particolari alla testimonianza evangelica. La tentazione più grande, in tali circostanze, per gli operatori pastorali, è quella di “adottare uno stile di vita guidato più da criteri mondani di successo e persino di potere che dai criteri enunciati da Gesù nel Vangelo”. “Voglia il Cielo – sono state le ultime parole del Papa ai vescovi – che possiamo salvarci da quella mondanità spirituale e pastorale che soffoca lo Spirito”.