Vita Chiesa

Papa Francesco: un’opera strutturale di misericordia in ogni diocesi

«Gioia e riconoscenza» per la Domenica della Misericordia, «tanto desiderata da san Giovanni Paolo II per dare compimento a una richiesta di suor Faustina». Con queste parole il Papa ha cominciato l’omelia della Veglia di preghiera con quanti aderiscono alla spiritualità della misericordia, primo momento del Giubileo a loro dedicato che culminerà nella messa presieduta da Francesco domani mattina in questa stessa piazza.

«La misericordia di Dio è un crescendo», ha detto il Papa soffermandosi sui «tanti» volti della misericordia: «Dio non si stanca mai di esprimerla e noi non dovremo mai abituarci a riceverla, ricercarla e desiderarla. È qualcosa di sempre nuovo che provoca stupore e meraviglia nel vedere la grande fantasia creatrice di Dio quando ci viene incontro con il suo amore».

«Vicinanza e tenerezza, compassione e condivisione, consolazione e perdono». È l’identikit della misericordia tracciato dal Papa. Il nome di Dio è «misericordioso», ha ricordato il Papa, e la misericordia è anzitutto «la vicinanza di Dio al suo popolo», come un padre e una madre. «Dio prende ciascuno di noi e ci solleva fino alla sua guancia!», ha esclamato Francesco: «Quanta tenerezza e quanto amore esprime!», ha proseguito citando il logo del Giubileo. «Può essere facile parlare di misericordia», ha ammonito il Papa, ma «diventarne concretamente testimoni è un percorso che dura tutta la vita e non dovrebbe conoscere alcuna sosta». La misericordia, per Francesco, «è qualcosa che brucia il cuore e lo provoca ad amare, riconoscendo il volto di Cristo soprattutto in chi è più lontano, debole, solo, confuso ed emarginato».

«La misericordia non può mai lasciarci tranquilli», ha detto il Papa al termine dell’omelia della Veglia di preghiera per la Divina Misericordia. «È l’amore di Cristo – ha spiegato Francesco – che ci inquieta fino a quando non abbiamo raggiunto l’obiettivo; che ci spinge ad abbracciare e a stringere a noi, a coinvolgere quanti hanno bisogno di misericordia per permettere che tutti siano riconciliati con il Padre». «La misericordia va alla ricerca della pecorella perduta, e quando la trova esprime una gioia contagiosa», ha ricordato il Papa: «Sa guardare negli occhi ogni persona». «Rimaniamo con il cuore aperto», l’invito di Francesco.

«Che bello sarebbe che, come ricordo del Giubileo, un monumento di questo Anno della misericordia, ci fosse in ogni diocesi un’opera strutturale di misericordia!», ha poi esclamato, a braccio, il Papa. «Un ospedale, una casa di riposo per anziani – ha proseguito sempre fuori testo -, per bambini abbandonati, una scuola dove non ci sia…». «Sarebbe bello che ogni diocesi ci pensi», il suo invito: «Cosa posso lasciare come opera di misericordia vivente, come piaga di Gesù vivente, per questo Anno della misericordia?». «Pensateci e parlate con i vescovi», la consegna del Papa ai 20mila di piazza san Pietro.

«Una fede che non è capace di mettere le mani nelle piaghe del Signore non è fede», ha detto ancora il Papa, che ha terminato a braccio l’omelia della Veglia della Divina Misericordia. «Una fede che non è capace di essere misericordia – ha proseguito – non è fede, è idea, è ideologia. La nostra fede è incarnata in un Dio che si è fatto carne, che si è fatto piaghe, che si è piagato per noi. Se vogliamo credere sul serio dobbiamo avvicinarci e carezzare la piaga, abbassare la testa e lasciare che gli altri carezzino le nostre piaghe». «Tenerezza è una parola quasi dimenticata, tutti ne abbiamo bisogno», l’altra denuncia di Francesco, che ha poi esclamato: «Quanto dolore nel cuore sento quando ascolto dire: ma questa gente, questi poveracci, buttiamoli fuori, lasciamoli dormire sulle strade. Questo è da Gesù?».