Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «Sia fatta la tua volontà», preghiera coraggiosa. Il cristiano non crede al fato

«Prima della cura del mondo da parte dell’uomo, vi è la cura instancabile che Dio usa nei confronti dell’uomo e del mondo», ha spiegato Francesco, facendo notare che «tutto il Vangelo riflette questa inversione di prospettiva». «Il peccatore Zaccheo sale su un albero perché vuole vedere Gesù, ma non sa che, molto prima, Dio si era messo in cerca di lui», ha commentato il Papa: «Gesù, quando arriva, gli dice: ‘Zaccheo, scendi subito, perché oggi devo fermarmi a casa tua’. E alla fine dichiara: ‘Il Figlio dell’uomo infatti è venuto a cercare e a salvare ciò che era perduto’». «Ecco la volontà di Dio, incarnata in Gesù: cercare e salvare quello che è perduto», ha spiegato Francesco: «E noi, nella preghiera, chiediamo che la ricerca di Dio vada a buon fine, che il suo disegno universale di salvezza si compia». Ciò significa, ha aggiunto il Papa a braccio, che Dio è «alla ricerca di me: Dio cerca te, cerca me, ognuno. Ma è grande Dio, quanto amore c’è dietro di questo!».

«Dio non è ambiguo, non si nasconde dietro ad enigmi, non ha pianificato l’avvenire del mondo in maniera indecifrabile», ha spiegato il Papa. «Se non comprendiamo questo, rischiamo di non capire il senso della terza espressione del Padre Nostro», il monito a proposito del tema dell’udienza. «La Bibbia è piena di espressioni che ci raccontano la volontà positiva di Dio nei confronti del mondo», ha affermato Francesco, facendo notare che «nel Catechismo della Chiesa cattolica troviamo una raccolta di citazioni che testimoniano questa fedele e paziente volontà divina. E San Paolo, nella Prima Lettera a Timoteo, scrive: ‘Dio vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità’». «Questa, senza ombra di dubbio, è la volontà di Dio: la salvezza dell’uomo», ha garantito il Papa: «Degli uomini, di ognuno di noi». «Dio col suo amore bussa alla porta del nostro cuore, per attirarci a lui», ha proseguito a braccio: «Dio è vicino ad ognuno di noi col suo amore, per portarci per mano alla salvezza. Quanto amore c’è dietro a questo!».

Pregando «sia fatta la tua volontà», «non siamo invitati a piegare servilmente la testa, come se fossimo schiavi», ha precisato è il Papa, che nella catechesi di oggi, dedicata alla terza espressione del Padre Nostro, ha esclamato a braccio: «No, Dio ci vuole liberi, è lui che ci libera!». Il Padre Nostro, infatti, «è la preghiera dei figli, che conoscono il cuore del loro padre e sono certi del suo disegno di amore». «Guai a noi se, pronunciando queste parole, alzassimo le spalle in segno di resa davanti a un destino che ci ripugna e che non riusciamo a cambiare», il monito di Francesco. Al contrario, il Padre Nostro «è una preghiera piena di ardente fiducia in Dio che vuole per noi il bene, la vita, la salvezza. Una preghiera coraggiosa, anche combattiva, perché nel mondo ci sono tante, troppe realtà che non sono secondo il piano di Dio. Tutti le conosciamo». «Qui, Padre, c’è la guerra, la prevaricazione, lo sfruttamento; ma sappiamo che Tu vuoi il nostro bene, perciò ti supplichiamo: sia fatta la tua volontà!», ha esclamato il Papa parafrasando il profeta Isaia: «Signore, sovverti i piani del mondo, trasforma le spade in aratri e le lance in falci; che nessuno si eserciti più nell’arte della guerra!». «Dio vuole la pace», il commento a braccio.0

«Il cristiano non crede in un ‘fato’ ineluttabile», ha detto ancora il Papa, che ha fatto notare che il Padre Nostro è una preghiera che accende in noi lo stesso amore di Gesù per la volontà del Padre, una fiamma che spinge a trasformare il mondo con l’amore». «Non c’è nulla di aleatorio nella fede dei cristiani», ha puntualizzato Francesco: «C’è invece una salvezza che attende di manifestarsi nella vita di ogni uomo e donna e di compiersi nell’eternità». «Se preghiamo è perché crediamo che Dio può e vuole trasformare la realtà vincendo il male con il bene», ha spiegato il Papa: «A questo Dio ha senso obbedire e abbandonarsi anche nell’ora della prova più dura. Così è stato per Gesù nel giardino del Getsemani, quando ha sperimentato l’angoscia e ha pregato: ‘Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la tua volontà’. Gesù è schiacciato dal male del mondo, ma si abbandona fiducioso all’oceano d’amore della volontà del Padre. Anche i martiri, nella loro prova, non ricercavano la morte ma la risurrezione». «Dio, per amore, può portarci a camminare su sentieri difficili, a sperimentare ferite e spine dolorose, ma non ci abbandonerà mai», ha garantito il Papa: «Sempre sarà con noi, accanto a noi, dietro di noi», ha aggiunto a braccio. «Per un credente questa, più che una speranza, è una certezza», ha proseguito: «Dio è con me. La stessa che ritroviamo in quella parabola del Vangelo di Luca dedicata alla necessità di pregare sempre». «Così è il Signore, così ci ama, così ci vuole bene», ha concluso Francesco a braccio, invitando i 12.500 fedeli presenti oggi in piazza San Pietro a pregare «tutti insieme» il Padre  Nostro: «Coloro che non sanno l’italiano preghino nella propria lingua», l’indicazione del Papa.

«In questi giorni, grandi inondazioni hanno seminato lutti e devastazioni in diverse regioni del Mozambico, dello Zimbabwe e del Malawi». È l’appello pronunciato dal Papa al termine dell’udienza, prima dei saluti ai fedeli in lingua italiana. «A quelle care popolazioni esprimo il mio dolore e la mia vicinanza», ha proseguito Francesco: «Affido le molte vittime e le loro famiglie alla misericordia di Dio e imploro conforto e sostegno per quanti sono colpiti da questa calamità». Poco prima, salutando i pellegrini polacchi, il Papa ha ricordato la festa di San Giuseppe, celebrata ieri. «Come fece San Giuseppe, custodiamo Gesù in noi, l’invito: «Impariamo da San Giuseppe la fiducia verso Dio, l’umiltà, il coraggio e l’obbedienza». Tra i fedeli di lingua italiana, Francesco ha salutato il Coro delle mani bianchi di Melissano e l’Università Campus Bio-Medico di Roma. Rivolgendosi ai fedeli di lingua tedesca, il Papa ha salutato il movimento interreligioso «La carovana della terra», «in pellegrinaggio per la giustizia e la pace», mentre nel saluto indirizzato ai fedeli di lingua spagnola ha citato in particolare la Fondazione Mani Unite di Spagna, che si impegna «contro la fame, affinché a nessuno manchi il pane quotidiano e il necessario per vivere».