Vita Chiesa
Papa Francesco, udienza: Non si è cristiani a tempo ma in ogni momento
Gli porgono una gabbia, e lui – incuriosito – indugia un po’, poi dopo un cenno d’intesa con i «proprietari» la apre e prende in mano due colombe candide. Una vola immediatamente, l’altra sosta piacevolmente sulla sua mano alzata e poi trova il coraggio di librarsi nell’aria. È il «fuori programma» che Papa Francesco ha regalato oggi agli oltre 70mila fedeli – secondo i dati della Prefettura della Casa Pontificia – che gremivano piazza San Pietro. Tra loro anche 6 mila provenienti dalla Diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, giunti in Vaticano per ricambiare la visita che un anno fa Benedetto XVI aveva compiuto ad Arezzo e Sansepolcro.
«La verità non si afferra come una cosa, si incontra. Non è un possesso, è un incontro con una persona», ha detto il Papa che, nella catechesi dell’udienza generale di oggi, si è soffermato sull’azione che lo Spirito Santo «compie nel guidare la Chiesa e ciascuno di noi alla verità». «Viviamo in un’epoca in cui si è piuttosto scettici nei confronti della verità», la denuncia di Papa Francesco, che ha ricordato come «Benedetto XVI ha parlato molte volte di relativismo, della tendenza cioè a ritenere che non ci sia nulla di definitivo e a pensare che la verità venga data dal consenso o da quello che noi vogliamo». Di qui la domanda: «Esiste veramente la verità? Che cos’è la verità? Possiamo conoscerla? Possiamo trovarla?». A questo proposito, il Papa ha citato la domanda di Ponzio Pilato a Gesù: «Che cos’è la verità?». «Pilato – ha commentato il Papa – non riesce a capire che la verità è davanti a lui, non riesce a vedere in Gesù il volto della verità, che è il volto di Dio. Eppure, Gesù è proprio questo: la Verità, che, nella pienezza dei tempi, si è fatta carne», come si legge nel Vangelo di Giovanni, «è venuta in mezzo a noi perché noi la conoscessimo».
«Non si è cristiani a tempo, in alcuni momenti, in alcune circostanze, in alcune scelte: si è cristiani in ogni momento, totalmente». Questo l’ammonimento lanciato dal Papa durante la catechesi dell’udienza generale di oggi, che si è conclusa con una sorta di dialogo, a braccio, con i fedeli: «Pregare tutti i giorni lo Spirito Santo, perché ci apra il cuore verso Gesù», il compito quotidiano affidato alle oltre 70mila persone presenti in piazza San Pietro, che hanno siglato una sorta di «patto» con il Papa attraverso un applauso. «Quanti di voi pregano ogni giorno lo Spirito Santo? Saranno pochi», aveva detto poco prima il Papa: «Proviamo a chiederci: sono aperto all’azione dello Spirito Santo, lo prego perché mi dia luce, mi renda più sensibile alle cose di Dio? Questa è una preghiera che dobbiamo fare tutti i giorni», imparando da Maria per «rivivere il suo sì, la sua disponibilità totale a ricevere il Figlio di Dio nella sua vita, che da quel momento è trasformata». «Attraverso lo Spirito Santo – ha spiegato Papa Francesco – il Padre e il Figlio prendono dimora presso di noi: noi viviamo in Dio e di Dio. Ma la nostra vita è veramente animata da Dio? Quante cose metto prima di Dio?».
«Abbiamo bisogno di lasciarci inondare dalla luce dello Spirito Santo, perché ci introduca nella verità di Dio, che è l’unico Signore della nostra vita», l’esortazione del Papa: «In quest’Anno della fede – ha proseguito – chiediamoci se concretamente abbiamo fatto qualche passo per conoscere di più Cristo e le verità della fede, leggendo e meditando la Sacra Scrittura, studiando il catechismo, accostandosi con costanza ai sacramenti». «Ma chiediamoci contemporaneamente quali passi stiamo facendo perché la fede orienti tutta la nostra esistenza», ha aggiunto. E ancora a proposito dello Spirito Santo: «Invochiamolo più spesso, tutti i giorni. E così lo Spirito Santo ci avvicinerà Gesù Cristo», l’appello finale.
«La scuola cattolica costituisce una realtà preziosa per l’intera società, soprattutto per il servizio educativo che svolge, in collaborazione con le famiglie, ed è bene che ne sia riconosciuto il ruolo in modo appropriato». È il saluto, sotto forma di appello, rivolto «con affetto» dal Papa a «tutti gli studenti, in particolare quelli di numerose scuole cattoliche», presenti oggi in piazza San Pietro.
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