Vita Chiesa

Papa Francesco, udienza: «L’educazione cristiana è un diritto dei bambini»

Tenerezza, bontà, umiltà, mansuetudine, magnanimità e carità sono le «virtù» del cristiano. «Quanti siete stati battezzati in Cristo vi siete rivestiti di Cristo», ha esclamato Francesco citando san Paolo: «Dopo il lavacro di rigenerazione, capace di ricreare l’uomo secondo Dio nella vera santità, è parso naturale, fin dai primi secoli, rivestire i neobattezzati di una veste nuova, candida, a similitudine dello splendore della vita conseguita in Cristo e nello Spirito Santo». «La veste bianca, mentre esprime simbolicamente ciò che è accaduto nel sacramento, annuncia la condizione dei trasfigurati nella gloria divina», ha spiegato il Papa: «Che cosa significhi rivestirsi di Cristo, lo ricorda san Paolo spiegando quali sono le virtù che i battezzati debbono coltivare: ‘Scelti da Dio, santi e amati, rivestitevi di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. Ma sopra tutte queste cose rivestitevi della carità, che le unisce in modo perfetto’».

«Non siamo noi la luce, ma Gesù che ha vinto le tenebre del male». «Ricevete la luce di Cristo». Queste parole «ricordano che non siamo noi la luce ma Gesù Cristo, il quale, risorto dai morti, ha vinto le tenebre del male», ha spiegato il Papa. «Noi siamo chiamati a ricevere il suo splendore!», l’invito ai 15mila presenti: «Come la fiamma del cero pasquale dà luce a singole candele, così la carità del Signore Risorto infiamma i cuori dei battezzati, colmandoli di luce e calore». «È per questo che fin dai primi secoli il battesimo si chiamava anche ‘illuminazione’, e il battezzato era detto ‘illuminato’», ha ricordato Francesco, secondo il quale la «vocazione cristiana» consiste nel «camminare sempre come figli della luce, perseverando nella fede».

«L’educazione cristiana è un diritto dei bambini», ha ripetuto due volte il Papa. «Se si tratta di bambini, è compito dei genitori, insieme a padrini e madrine, aver cura di alimentare la fiamma della grazia battesimale nei loro piccoli, aiutandoli a perseverare nella fede», ha spiegato il Papa, ricordando che l’educazione cristiana «tende a guidarli gradualmente a conoscere il disegno di Dio in Cristo: così potranno ratificare personalmente la fede nella quale sono stati battezzati». «La presenza viva di Cristo, da custodire, difendere e dilatare in noi, è lampada che rischiara i nostri passi, luce che orienta le nostre scelte, fiamma che riscalda i cuori nell’andare incontro al Signore, rendendoci capaci di aiutare chi fa la strada con noi, fino alla comunione inseparabile con lui», ha proseguito Francesco. Quel giorno, ha aggiunto citando l’Apocalisse, «non vi sarà più notte, e non avremo più bisogno di luce di lampada né di luce di sole, perché il Signore Dio ci illuminerà. E regneremo nei secoli dei secoli».

«Lascia che la grazia del tuo battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Non ti scoraggiare!». Al termine delle catechesi sul battesimo, il Papa ha ripetuto a ciascuno dei 15mila fedeli presenti in piazza San Pietro l’invito espresso nell’esortazione apostolica Gaudete et exsultate: «Lascia che la grazia del tuo Battesimo fruttifichi in un cammino di santità. Lascia che tutto sia aperto a Dio e a tal fine scegli Lui, scegli Dio sempre di nuovo. Non ti scoraggiare, perché hai la forza dello Spirito Santo affinché sia possibile, e la santità, in fondo, è il frutto dello Spirito Santo nella tua vita». La celebrazione del battesimo, ha ricordato poco prima Francesco, «si conclude con la preghiera del Padre nostro, propria della comunità dei figli di Dio. Infatti, i bambini rinati nel Battesimo riceveranno la pienezza del dono dello Spirito nella Confermazione e parteciperanno all’Eucaristia, imparando che cosa significa rivolgersi a Dio chiamandolo ‘Padre’».

Salutando, durante l’udienza di oggi, i pellegrini polacchi, il Papa si è rivolto in modo speciale agli ex combattenti della seconda guerra mondiale, giunti a Roma per le celebrazioni dell’anniversario della battaglia di Monte Cassino. «È una tristezza ricordare le guerre!», ha proseguito Francesco a braccio: «Nel secolo scorso ci sono state due guerre, e adesso non impariamo mai! Che Dio ci aiuti». «La tragedia della guerra da voi vissuta, la forza di spirito, la fedeltà agli ideali e la testimonianza di vita – l’auspicio di Francesco – diventino un appello per la cessazione dei conflitti in corso nel mondo e per la ricerca di vie di pace».