Vita Chiesa

Papa Francesco: “oggi c’è bisogno di cristiani che pratichino la condivisione”

“Oggi c’è bisogno di cristiani che servano la Provvidenza praticando la condivisione: e questo apertamente, con sincerità, non come Anania e Saffira”. Ne è convinto il Papa, che ricevendo in udienza i partecipanti e le partecipanti ai Capitoli Generali dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza (Don Calabria) ha esortato i presenti a non ripiegarsi “su voi stessi, sull’autoreferenzialità”. “La mentalità sinodale e fraterna impregni il servizio dell’autorità delle vostre Congregazioni e dell’intera famiglia calabriana”, l’auspicio di Francesco: “Le periferie geografiche ed esistenziali a cui il Signore vi invia sono il campo dove annunciare l’amore provvidente del Padre attraverso una sovrabbondante misericordia, manifestando la tenerezza del volto di Dio senza pregiudizi ed esclusioni. Amare i poveri facendovi poveri”. “Vi incoraggio a valorizzare la ricchezza delle diverse vocazioni che avete all’interno della vostra famiglia”, l’invito finale: “religiosi, religiose e laici, nella comunione delle differenze e vivendo l’unica vocazione battesimale con radicalità ed entusiasmo. Possiate sentirvi portatori di un carisma che è un dono per la Chiesa, e che cresce nella misura in cui lo vivete e lo condividete. Questo vi dia gioia: dare la vostra testimonianza con semplicità, con umiltà ma con coraggio, senza mediocrità; e soprattutto direi con grande senso di umanità. Ce n’è tanto bisogno!”. “E anche tra voi, tra le vostre comunità”, ha proseguito il Papa a braccio: “E’ una cosa molto brutta quando manca questa dimensione di umanità: e una delle cose che la distrugge è il chiacchiericcio: per favore, state attenti, mai sparlare gli uni degli altri!. Non andare disseminando inquietudini che fanno mala e e distruggono. Il chiacchiericcio è un veleno mortale, e tante volte è di moda nella comunità. Sarebbe bello che in questo Capitolo ci sia la determinazione di non chiacchierare l’uno dell’altro, mai! Non andare seminando inquietudini che fanno male”.

“Don Calabria, come tutti i santi, è stato un profeta. Vi ha lasciato una grande eredità e dovete custodirla” ha aggiunto parlando ai partecipanti ai Capitoli Generali dei Poveri Servi e delle Povere Serve della Divina Provvidenza (Don Calabria). “Coltivare insieme ai poveri la fiducia nella provvidenza divina vi rende artigiani di una ‘cultura della provvidenza’, che vedo come antidoto rispetto alla cultura dell’indifferenza, purtroppo diffusa nelle società del cosiddetto benessere”, le parole di Francesco, che ha precisato: “la spiritualità cristiana della provvidenza non è fatalismo, non vuol dire aspettare che piovano dal cielo le soluzioni ai problemi e i beni di cui abbiamo bisogno. No. Al contrario, significa cercare di assomigliare, nello Spirito Santo, al nostro Padre celeste nel prenderci cura delle sue creature, specialmente di quelle più fragili, più piccole; significa condividere con gli altri il poco che abbiamo perché a nessuno manchi il necessario. È l’atteggiamento della cura, più che mai necessario per contrastare quello dell’indifferenza”. A proposito dello stile di “condivisione”, il Papa ha ricordato “l’esempio che ci hanno dato i nostri vecchi, i nostri nonni”: “Per loro, quando capitava a casa un ospite all’improvviso, o quando una persona povera bussava in cerca di aiuto, era normale condividere un piatto di minestra, o di polenta. Questo era un modo molto concreto di vivere la Provvidenza, come condivisione. Non dobbiamo idealizzare quel mondo, e nemmeno rifugiarci in sterili nostalgie, ma recuperare certi valori sì: la mentalità di chi spezza il pane benedicendo Dio Padre, fiducioso che quel pane basterà per noi e per il prossimo che ne ha bisogno. Così ci ha insegnato Gesù Cristo nel miracolo della condivisione – e non moltiplicazione – dei pani e dei pesci”.