Vita Chiesa

Papa Francesco, Messa in suffragio di cardinali e vescovi, «non si può essere di Gesù e ruotare su se stessi»

«Per chi crede non ci sono vie di mezzo», ha ricordato Francesco: «Non si può essere di Gesù e ruotare su sé stessi. Chi è di Gesù vive in uscita verso di lui». «La vita è tutta un’uscita», la tesi del Papa: «Dal grembo della madre per venire alla luce, dall’infanzia per entrare nell’adolescenza, dall’adolescenza alla vita adulta e così via, fino all’uscita da questo mondo». «Oggi, mentre preghiamo per i nostri fratelli cardinali e vescovi, che sono usciti da questa vita per andare incontro al Risorto, non possiamo dimenticare l’uscita più importante e più difficile, che dà senso a tutte le altre: quella da noi stessi», le parole di Francesco: «Solo uscendo da noi stessi apriamo la porta che conduce al Signore. Chiediamo questa grazia: ‘Signore, desidero venire a te, attraverso le strade e i compagni di viaggio di ogni giorno. Aiutami a uscire da me stesso, per andare incontro a Te, che sei la vita».

«La pietà verso gli altri spalanca le porte dell’eternità». Ne è convinto il Papa, che nell’omelia ha affermato che «chinarsi sui bisognosi per servirli è fare anticamera per il paradiso». Se infatti, come ricorda san Paolo, «la carità non avrà mai fine» – ha proseguito Francesco – «allora proprio essa è il ponte che collega la terra al Cielo». «Possiamo dunque chiederci se stiamo avanzando su questo ponte», l’invito del Papa: «Mi lascio commuovere dalla situazione di qualcuno che è nel bisogno? So piangere per chi soffre? Prego per quelli a cui nessuno pensa? Aiuto qualcuno che non ha da restituirmi?». «Non è buonismo, non è carità spicciola; sono domande di vita, questioni di risurrezione», ha puntualizzato il Santo Padre.

«Prima di prendere una decisione importante, immaginarsi al cospetto di Dio alla fine dei giorni». È il consiglio, mutuato dagli Esercizi spirituali di Sant’Ignazio, con cui il Papa ha concluso l’omelia. «Quella è la chiamata a comparire non rimandabile, il punto di arrivo per tutti», ha spiegato Francesco: «Allora, ogni scelta di vita affrontata in quella prospettiva è ben orientata, perché più vicina alla risurrezione, che è il senso e lo scopo della vita». «Come la partenza si calcola dal traguardo, come la semina si giudica dal raccolto, così la vita si giudica bene a partire dalla sua fine, dal suo fine», ha osservato il Papa, che ha definito il suggerimento di Sant’Ignazio «un esercizio utile per vedere la realtà con gli occhi del Signore e non solo con i nostri; per avere uno sguardo proiettato sul futuro, sulla risurrezione, e non solo sull’oggi che passa; per compiere scelte che abbiano il sapore dell’eternità, il gusto dell’amore». Esco da me per andare ogni giorno al Signore? Ho sentimenti e gesti di pietà per i bisognosi? Prendo le decisioni importanti al cospetto di Dio? Lasciamoci provocare almeno da uno di questi tre stimoli», ha concluso il Santo Padre riassumendo le tre domande centrali della sua omelia: «Tra le tante voci del mondo che fanno perdere il senso dell’esistenza, sintonizziamoci sulla volontà di Gesù, risorto e vivo: faremo dell’oggi che viviamo un’alba di risurrezione».