Vita Chiesa

Papa Francesco: messa Giornata Parola di Dio, «ci libera dalla paralisi dell’egoismo»

Il pontefice ha citato l’evengelista Matteo e ha indicato la frase che sta alla base della predicazione di Cristo. “Questa è la base di tutti i suoi discorsi: dirci che il regno dei cieli è vicino”. “Non ce lo siamo meritato noi: Egli è disceso, ci è venuto incontro – ha spiegato Francesco -. E questa vicinanza di Dio al suo popolo è un’abitudine sua, dall’inizio, anche dall’Antico Testamento”. Un messaggio portato da Cristo che il Papa ha indicato come “un messaggio di gioia”: “Dio non ha preso la nostra condizione umana per senso di responsabilità, no, ma per amore”.

Quindi, l’attenzione sull’invito diretto di Gesù: “Convertitevi”, ovvero “cambiate vita”. “Cambiate vita perché è iniziato un modo nuovo di vivere – ha spiegato il Papa -: è finito il tempo di vivere per sé stessi, è cominciato il tempo di vivere con Dio e per Dio, con gli altri e per gli altri, con amore e per amore”.E lo sguardo di Francesco è rivolto alla Parola di Dio. “Il Signore ti dona la sua Parola, perché tu l’accolga come la lettera d’amore che ha scritto per te, per farti sentire che Egli ti è accanto. La sua Parola ci consola e incoraggia – ha aggiunto -. Allo stesso tempo provoca la conversione, ci scuote, ci libera dalla paralisi dell’egoismo”. Così il Pontefice ha indicato la forza della sua Parola: “Ha questo potere: di cambiare la vita, di far passare dall’oscurità alla luce”.

“Gesù cominciò a predicare da lì: non dall’atrio del tempio di Gerusalemme, ma dalla parte opposta del Paese, dalla Galilea delle genti, da un luogo di confine. Cominciò da una periferia”. Ha continuato Papa Francesco. “La Parola che salva non va in cerca di luoghi preservati, sterilizzati, sicuri. Viene nelle nostre complessità, nelle nostre oscurità”. Ricordando quelle volte che “siamo noi a chiudere la porta, preferendo tener nascoste le nostre confusioni, le nostre opacità e doppiezze”, il Pontefice ha evidenziato che “Gesù non ha paura di esplorare i nostri cuori, i nostri luoghi più aspri e difficili”. “Solo il suo perdono ci guarisce, solo la sua presenza ci trasforma, solo la sua Parola ci rinnova”. Qundi, l’incoraggiamento ad aprire a Lui “le nostre vie più tortuose, quelle che noi abbiamo dentro e che non vogliamo vedere o nascondiamo”.

“Lasciamo entrare in noi la sua Parola”. Nell’omelia del Papa poi la riflessione su chi furono “i primi destinatari della chiamata”, cioè “dei pescatori”: “Non persone accuratamente selezionate in base alle capacità o uomini pii che stavano nel tempio a pregare, ma gente comune che lavorava”. “Per seguire Gesù non bastano i buoni impegni, occorre ascoltare ogni giorno la sua chiamata”, ha osservato Francesco. “Abbiamo bisogno della sua Parola – è stata la constatazione del Papa -: di ascoltare, in mezzo alle migliaia di parole di ogni giorno, quella sola Parola che non ci parla di cose, ma ci parla di vita”. Infine, l’invito a fare  spazio “dentro di noi alla Parola di Dio”. “Leggiamo quotidianamente qualche versetto della Bibbia. Cominciamo dal Vangelo: teniamolo aperto sul comodino di casa, portiamolo in tasca con noi o nella borsa, visualizziamolo sul cellulare, lasciamo che ogni giorno ci ispiri. Scopriremo che Dio ci è vicino, che illumina le nostre tenebre, e che con amore conduce al largo la nostra vita”.