Vita Chiesa

Papa Francesco: «L’usura umilia e uccide, male antico e purtroppo ancora sommerso»

«Il vostro percorso di lotta all’usura», ha riconosciuto il Papa, «diventa sempre più qualificato e concreto con l’esperienza e con la costituzione di nuove Fondazioni distribuite su tutto il territorio nazionale attraverso centinaia di Centri di ascolto». «Sono presìdi, scuole di umanità e di educazione alla legalità, frutto di una sensibilità che trova nella Parola di Dio la sua illuminante ispirazione e che opera silenziosamente e faticosamente nelle coscienze delle persone», ha osservato Francesco, ricordando che «nei vostri primi ventisei anni di servizio avete salvato dalla morsa del debito usurario e dal rischio dell’usura oltre 25mila famiglie; salvando loro la casa, e talvolta la piccola azienda, le avete aiutate a ritrovare la dignità di cui erano state espropriate. E questo merita grande riconoscenza». Rispetto alla «piaga» dell’usura, il Papa ha affermato che «bisogna prevenirla, sottraendo le persone alla patologia del debito fatto per la sussistenza o per salvare l’azienda». «E si può prevenirla educando ad uno stile di vita sobrio, che sappia distinguere tra ciò che è superfluo e ciò che è necessario e che responsabilizzi a non contrarre debiti per procurarsi cose alle quali si potrebbe rinunciare». Per questo, ha notato Francesco, «è importante recuperare le virtù della povertà e del sacrificio». Inoltre, «è necessario formare una mentalità improntata alla legalità e all’onestà, nei singoli e nelle istituzioni» così come «incrementare la presenza di un volontariato motivato e disponibile verso i bisognosi, perché questi si sentano ascoltati, consigliati, guidati, per risollevarsi dalla loro condizione umiliante».

«L’usura è un peccato grave: uccide la vita, calpesta la dignità delle persone, è veicolo di corruzione e ostacola il bene comune. Essa indebolisce anche le fondamenta sociali ed economiche di un Paese», ha detto ancora il Papa. «Alla base delle crisi economiche e finanziarie – ha osservato il Papa – c’è sempre una concezione di vita che pone al primo posto il profitto e non la persona». Mentre invece «la dignità umana, l’etica, la solidarietà e il bene comune dovrebbero essere sempre al centro delle politiche economiche attuate dalle pubbliche Istituzioni».

«Da esse – ha ammonito Francesco – ci si attende che disincentivino, con misure adeguate, strumenti che, direttamente o indirettamente, sono causa di usura, come ad esempio il gioco d’azzardo, un’altra piaga». Il Papa ha anche sottolineato che «con tanti poveri, tante famiglie indebitate, tante vittime di gravi reati e tante persone corrotte nessun Paese può programmare una seria ripresa economica né tantomeno sentirsi al sicuro». «Il Signore – ha aggiunto Francesco – ispiri e sostenga le pubbliche autorità, affinché le persone e le famiglie possano usufruire dei benefici di legge come ogni altra realtà economica; ispiri e sostenga i responsabili del sistema bancario, affinché vigilino sulla qualità etica delle attività degli istituti di credito». «Vale la pena di sottolineare – ha aggiunto – che molte banche sono nate e si sono diffuse nel mondo proprio per sottrarre i poveri all’usura con i prestiti senza pegno e senza interessi». Rivolgendosi ai presenti, Francesco li ha invitati ad «essere uomini e donne di incontro, di ascolto, di prossimità» perché «fronteggiando l’usura e la corruzione, anche voi potete trasmettere speranza e forza alle vittime».

E se «per le istituzioni siete stimolo ad assicurare risposte concrete a chi è disorientato», «per gli stessi usurai potete essere richiamo al senso di umanità e di giustizia», ha evidenziato il Papa. Da Francesco l’esortazione a continuare ad «essere riferimento di speranza», continuando il servizio «con perseveranza e coraggio». Il Papa ha rivolto anche un saluto alle «vittime dell’usura e dell’azzardo» chiedendo loro di trasmettere «alle persone che sono ancora dentro quel tunnel il vostro coraggio, raccontando la vostra esperienza, testimoniando che si può venire fuori dall’usura e dall’azzardo». Infine l’appello «per un nuovo umanesimo economico, che ‘metta fine all’economia dell’esclusione e dell’inequità’, all’economia che uccide, a sistemi economici in cui uomini e donne non sono più persone, ma sono ridotte a strumenti di una logica dello scarto che genera profondi squilibri».