Papa Francesco
Papa Francesco: “escalation bellica mi fa paura”
Tanti i temi toccati nel corso dell’intervista rilasciata ieri sera a Fabio Fazio, a “che tempo che fa” su Nove. Tra questi quello delle eventuali dimissioni, “non sono al centro dei miei pensieri” e del decreto sulle benedizioni per le coppie gay: “il Signore benedice tutti coloro che vengono”
“Questa escalation bellica mi fa paura”. Lo ha rivelato il Papa, intervistato ieri sera da Fazio Fazio a “Che tempo che fa” su Nove. “Uno si domanda come finiremo, con le armi atomiche che distruggono tutto”, ha detto Francesco: “Come finiremo? Come l’Arca di Noé? Questo mi fa paura: la capacità di autodistruzione che ha l’umanità”. “Tutti i giorni chiamo la parrocchia di Gaza e mi dicono le cose terribili che succedono”, ha reso noto il Santo Padre: “Quanti arabi morti e quanti israeliani morti! Due popoli chiamati a essere fratelli autodistruggendosi l’un l’altro”. Poi il Papa ha raccontato di un recente incontro con i bambini ucraini, accompagnati dai loro genitori: “Un bambino che dimentica un sorriso è criminale, la guerra toglie il sorriso ai bambini. Hanno visto qualcosa della guerra, ma nessuno di loro sorrideva. I bambini spontaneamente sorridono”, ma loro “avevano dimenticato il sorriso” e quando “un bambino dimentica un sorriso è criminale”.
“Ancora vivo”, ha poi detto sulla sua salute. Interpellato poi sull’eventualità delle dimissioni, Francesco ha reso noto: “Non è un pensiero, né una preoccupazione, né un desiderio, ma una possibilità aperta a tuti i papi. Ma al momento non è al centro dei miei pensieri: finché mi sento di servire vado avanti. Quando non ce la farò’ più sarà il momento di pensarci”. Quanto ai viaggi, il Pontefice ha annunciato per agosto un viaggio in Polinesia e ha parlato di un possibile viaggio in Argentina nella seconda parte dell’anno: “Io vorrei andare, sono dieci anni. Mi preoccupa, perché la gente sta soffrendo tanto lì”.
A proposito del decreto sulle benedizioni alle coppie gay, Papa Francesco ha ribadito che la Chiesa deve “benedire tutti, il Signore benedice tutti, tutti coloro che vengono”, ma poi “le persone devono vedere la strada che gli indica il Signore”. “Noi dobbiamo aiutarli a trovare quella strada, non condannarli dall’inizio”, ha spiegato: “Il Signore benedice tutti. Tutti coloro che sono capaci di essere battezzati. Ma poi le persone devono entrare in colloquio con il Signore. Noi dobbiamo prendere per mano le persone, non condannarle”, ha aggiunto. “Quando si prende una decisione, c’è il prezzo della solitudine che tu devi pagare”, il riferimento alle polemiche suscitate dal documento: “Ma la maggior parte delle volte, quando non si accettano le decisioni, è perché non le si conosce”.
“Io sono peccatore, ho bisogno dell’aiuto di Dio e ho bisogno di rimanere fedele alla mia vocazione”. Così, infine, il Pontefice ha spiegato il motivo per cui chiede sempre di pregare per lui alle persone che incontra o riceve in udienza. “Ognuno ha la sua vocazione”, ha ricordato Francesco: “Il Signore mi ha chiamato a fare il prete, a fare il vescovo, non il chierico di Stato. Ho una responsabilità molto grande. Conosco le mie debolezze, perciò chiedo di pregare per me, perché non finisca in un atteggiamento di pastore mediocre che non si prende cura del suo gregge”.