Vita Chiesa
Papa Francesco: “è molto importante la presenza di media cristiani specializzati nell’informazione di qualità sulla vita della Chiesa”
“Nella società in cui viviamo, l’informazione fa parte integrante del nostro quotidiano”, ha esordito Francesco: “quando è di qualità, essa ci permette di comprendere meglio i problemi e le sfide che il mondo è chiamato ad affrontare, e ispira i comportamenti individuali, familiari e sociali”. “Il nome stesso del vostro settimanale – ha proseguito il Papa – fa riferimento alla lettera apostolica di san Giovanni Paolo II “Tertio millennio adveniente”, in vista del grande Giubileo dell’anno 2000, per preparare i cuori ad accogliere Cristo e il suo messaggio liberatore”. Un riferimento, questo, che secondo Francesco “non è solo un richiamo alla speranza, ma mira altresì a far sentire la voce della Chiesa e quella degli intellettuali cristiani in uno scenario mediatico sempre più secolarizzato, al fine di arricchirlo con riflessioni costruttive”. “Cercando una visione positiva delle persone e dei fatti, respingendo i pregiudizi, si tratta di favorire una cultura dell’incontro attraverso la quale è possibile conoscere la realtà con uno sguardo fiducioso”, la ricetta del Papa, secondo il quale “notevole è anche il contributo dei media cristiani per far crescere nelle comunità cristiane un nuovo stile di vita, libero da ogni forma di preconcetto e di esclusione”.
“Le chiacchiere chiudono il cuore alla comunità, chiudono l’unità della Chiesa. Il grande chiacchierone è il diavolo, che va sempre dicendo cose brutte degli altri, perché lui è il bugiardo che cerca di disunire la Chiesa, di allontanare i fratelli e di non fare comunità”. Lo ha ribadito il Papa, ricevendo in udienza una delegazione del settimanale cristiano belga “Tertio”, in occasione del ventennale. “La comunicazione è una missione importante per la Chiesa”: dunque secondo il Papa “i cristiani impegnati in questo ambito sono chiamati a mettere in atto in modo molto concreto l’invito del Signore ad andare nel mondo e proclamare il Vangelo”. “Per la sua alta coscienza professionale, il giornalista cristiano è tenuto ad offrire una testimonianza nuova nel mondo della comunicazione senza nascondere la verità, né manipolare l’informazione”, la consegna di Francesco, che ha citato il suo ultimo messaggio per la Giornata mondiale delle comunicazioni sociali: “Nella confusione delle voci e dei messaggi che ci circondano, abbiamo bisogno di una narrazione umana, che ci parli di noi e del bello che ci abita. Una narrazione che sappia guardare il mondo e gli eventi con tenerezza; che racconti il nostro essere parte di un tessuto vivo; che riveli l’intreccio dei fili coi quali siamo collegati gli uni agli altri”. “Voi siete protagonisti di questa narrazione”, ha aggiunto.
Nel contesto di questa crisi, è importante che i mezzi di comunicazione sociale contribuiscano a far sì che le persone non si ammalino di solitudine e possano ricevere una parola di conforto”. Così il Papa ha attualizzato la figura del giornalista, al centro dell’udienza concessa a una delegazione del settimanale cristiano belga “Tertio”, in occasione del ventennale. “Il professionista cristiano dell’informazione deve dunque essere un portavoce di speranza, un portatore di speranza e di fiducia nel futuro”, l’identikit di Francesco. “Perché solamente quando il futuro è accolto come realtà positiva e possibile, anche il presente diventa vivibile”. “Queste riflessioni possono anche aiutarci, specialmente oggi, ad alimentare la speranza nella situazione di pandemia che il mondo sta attraversando”, ha assicurato il Papa. “Voi siete seminatori di questa speranza in un domani migliore”. “A voi, che operate nel campo della cultura e della comunicazione – l’invito finale, con le parole di san Giovanni Paolo II – la Chiesa guarda con fiducia e con attesa, perché siete chiamati a leggere e interpretare il tempo presente e a individuare le strade per una comunicazione del Vangelo secondo i linguaggi e la sensibilità dell’uomo contemporaneo”.