Vita Chiesa

Papa Francesco: è il tempo dell’accoglienza, nella Chiesa c’è posto per tutti

Nell’omelia, Papa frncesco ha invitato a guardare a questi due aspetti – alzarsi in fretta e combattere la buona battaglia – per chiedersi “che cosa hanno da suggerire alla comunità cristiana di oggi, mentre è in corso il processo sinodale”. L’atto di alzarsi in fretta ricorda la mattina di Pasqua, afferma, significa risorgere, “uscire fuori verso la luce” e dice che questa ” è un’immagine significativa per la Chiesa”, perché anche noi dobbiamo alzarci per seguire il Signore dove lui vorrà. E non è sempre facile, le resistenze sono tante:

“A volte, come Chiesa – ha affermato – siamo sopraffatti dalla pigrizia e preferiamo restare seduti a contemplare le poche cose sicure che possediamo, invece di alzarci per gettare lo sguardo verso orizzonti nuovi, verso il mare aperto. Siamo spesso incatenati come Pietro nella prigione dell’abitudine, spaventati dai cambiamenti e legati alla catena delle nostre consuetudini. Ma così si scivola nella mediocrità spirituale, si corre il rischio di “tirare a campare” anche nella vita pastorale, si affievolisce l’entusiasmo della missione e, invece di essere segno di vitalità e di creatività, si finisce per dare un’impressione di tiepidezza e di inerzia”.

“Una Chiesa senza catene e senza muri, in cui ciascuno possa sentirsi accolto e accompagnato, in cui si coltivino l’arte dell’ascolto, del dialogo, della partecipazione, sotto l’unica autorità dello Spirito Santo. Una Chiesa libera e umile, che “si alza in fretta”, che non temporeggia, non accumula ritardi sulle sfide dell’oggi, non si attarda nei recinti sacri, ma si lascia animare dalla passione per l’annuncio del Vangelo e dal desiderio di raggiungere tutti e accogliere tutti. Non dimentichiamo questa parola: tutti”.