Vita Chiesa

Papa Francesco: dopo l’operazione “non mi è mai passato per la testa di dimettermi”

Parlando della propria salute, secondo quanto spiega Vatican News, il Papa smentisce categoricamente le speculazioni di alcuni giornali italiani e argentini su una possibile rinuncia al pontificato, voci di cui non era neppure a conoscenza. “ho scoperto molto più tardi, qualche giorno dopo – racconta Francesco – che c’era qualcosa sulle mie dimissioni. Ogni volta che un Papa è malato c’è sempre una brezza o un uragano di Conclave”. 

“Era tutto programmato”, ha sottolineato il papa riguardo all’operazione chirurgica. “Dopo l’Angelus sono partito immediatamente,all’incirca all’una. Alle 3,30 è stato fatto sapere, quando io ero già in fase preparatoria”. Un infermiere “mi ha salvato la vita dicendomi ‘si deve fare un intervento. C’erano altre possibilità, c’era chi diceva ‘meglio gli antibiotici’, ma quell’infermiere me lo ha spiegato molto bene. È un infermiere del nostro servizio sanitario, dell’ospedale vaticano. Sono trent’anni che lavora qui, ha una grande esperienza”, ha aggiunto il Papa. L’insistenza dell’infermiere si è rivelata provvidenziale, visto che l’intervento ha rilevato una sezione necrotica: ora, dopo l’operazione, ha rivelato Francesco “posso mangiare di tutto, cosa che prima non potevo fare”, ha raccontato il Pontefice. Certo, “ho ancora le medicazioni postoperatorie perché il mio cervello deve ancora registrare che ho 33 centimetri di intestino in meno. E tutto è gestito dal cervello, tutto il corpo, quindi ci vuole tempo. Ma a parte questo conduco una vita normale, del tutto normale”.

Ampio spazio nell’intervista viene dedicato alla crisi in Afghanistan, ferito dai recenti attentati kamikaze e dall’emorragia di cittadini dopo la presa del potere dei talebani. “Una situazione difficile”, osserva Papa Francesco che non entra nei dettagli degli sforzi che la Santa Sede sta compiendo a livello diplomatico per evitare rappresaglie contro la popolazione, ma elogia il lavoro della Segreteria di Stato. “Sono sicuro che sta aiutando o almeno offrendo aiuto”, dice, e definisce il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, come “il miglior diplomatico che abbia mai incontrato”: “Un diplomatico che aggiunge, non uno di quelli che sottraggono, che cerca sempre, un uomo di accordo”.