Vita Chiesa

Papa Francesco, Angelus: «Porre sotto l’azione dello Spirito la nostra vita»

«È così finito – ha sottolineato il Pontefice – il tempo dei ‘cieli chiusi’, che stanno ad indicare la separazione tra Dio e l’uomo, conseguenza del peccato. Il peccato ci allontana da Dio e interrompe il legame tra la terra e il cielo, determinando così la nostra miseria e il fallimento della nostra vita. I cieli aperti indicano che Dio ha donato la sua grazia perché la terra dia il suo frutto». Così «la terra è diventata la dimora di Dio fra gli uomini e ciascuno di noi ha la possibilità di incontrare il Figlio di Dio, sperimentandone tutto l’amore e l’infinita misericordia. Lo possiamo incontrare realmente presente nei sacramenti, specialmente nell’Eucaristia. Lo possiamo riconoscere nel volto dei nostri fratelli, in particolare nei poveri, nei malati, nei carcerati, nei profughi: essi sono carne viva del Cristo sofferente e immagine visibile del Dio invisibile». Con il Battesimo di Gesù «non solo si squarciano i cieli, ma Dio parla nuovamente facendo risuonare la sua voce: ‘Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento’».

C’è poi «la discesa dello Spirito Santo, in forma di colomba: questo consente al Cristo, il Consacrato del Signore, di inaugurare la sua missione, che è la nostra salvezza». Lo Spirito Santo: per il Papa, «il grande dimenticato nelle nostre preghiere. Noi spesso preghiamo Gesù; preghiamo il Padre, specialmente nel ‘Padre Nostro’; ma non tanto frequentemente preghiamo lo Spirito Santo, è vero? È il dimenticato. E abbiamo bisogno di chiedere il suo aiuto, la sua fortezza, la sua ispirazione. Lo Spirito Santo che ha animato interamente la vita e il ministero di Gesù, è il medesimo Spirito che oggi guida l’esistenza cristiana, l’esistenza di uomo e di una donna che si dicono e vogliono essere cristiani». Dunque, «porre sotto l’azione dello Spirito Santo la nostra vita di cristiani e la missione, che tutti abbiamo ricevuto in virtù del Battesimo, significa ritrovare coraggio apostolico necessario per superare facili accomodamenti mondani». Invece, «un cristiano e una comunità ‘sordi’ alla voce dello Spirito Santo, che spinge a portare il Vangelo agli estremi confini della terra e della società, diventano anche un cristiano e una comunità ‘muti’ che non parlano e non evangelizzano». Ma, ha concluso, «ricordatevi questo: pregare spesso lo Spirito Santo perché ci aiuti, ci dia la forza, ci dia l’ispirazione e ci faccia andare avanti».

«C’è tanto bisogno oggi di misericordia, ed è importante che i fedeli laici la vivano e la portino nei diversi ambienti sociali. Avanti! Noi stiamo vivendo il tempo della misericordia, questo è il tempo della misericordia», ha detto Papa Francesco, dopo la recita dell’Angelus, salutando il gruppo di studenti dagli Stati Uniti d’America e l’Associazione Laici Amore Misericordioso. Ricordando il viaggio apostolico in Sri Lanka e nelle Filippine, il Pontefice ha ringraziato dell’augurio scritto su un cartello: «Grazie tante! E vi chiedo per favore di accompagnarmi con la preghiera e chiedo anche agli srilankesi e ai filippini che sono qui a Roma che preghino specialmente per me per questo viaggio. Grazie!». Ha, quindi, augurato «a tutti una buona domenica, anche se è un po’ brutto il tempo, ma una buona domenica». Poi ha invitato a «ricordare con gioia il proprio Battesimo. Ricordatevi quello che vi ho chiesto, di cercare la data del Battesimo, così ognuno di noi potrà dire: io sono stato battezzato il tal giorno. Che oggi ci sia la gioia del Battesimo». Infine, la richiesta: «Non dimenticatevi di pregare per me».