Vita Chiesa
Papa Francesco, Angelus: «Per incontrare Gesù è necessario saper alzare lo sguardo al cielo»
![](https://www.toscanaoggi.it/wp-content/uploads/2016/01/Papa-Francesco-Angelus-Per-incontrare-Gesu-e-necessario-saper-alzare-lo-sguardo-al-cielo.jpg)
Riprendendo il racconto evangelico dei Magi, già commentato durante la Messa per l’Epifania in basilica, il Pontefice ha fatto notare che esso «conferisce alla festa dell’Epifania un respiro di universalità. E questo è il respiro della Chiesa, la quale desidera che tutti i popoli della terra possano incontrare Gesù, fare esperienza del suo amore misericordioso» e «questo – ha aggiunto a braccio – è il desiderio della Chiesa, trovare la misericordia di Gesù, il suo amore». Nei Magi, «uomini prestigiosi, di regioni lontane e culture diverse», la Chiesa da sempre ha visto «l’immagine dell’intera umanità, e con la celebrazione dell’Epifania vuole quasi guidare rispettosamente ogni uomo e ogni donna di questo mondo verso il Bambino che è nato per la salvezza di tutti». Nella notte di Natale «Gesù si è manifestato ai pastori, uomini umili e disprezzati»; ora «giungono i Magi». Personaggi «molto diversi tra loro», ha sottolineato il Papa, ma accomunati da «una cosa: il cielo». I pastori accorsero da Gesù «non perché fossero particolarmente buoni, ma perché vegliavano di notte e, alzando gli occhi al cielo, videro un segno, ascoltarono il suo messaggio e lo seguirono. Così pure i Magi: scrutavano i cieli, videro una nuova stella, interpretarono il segno e si misero in cammino». «I pastori e i Magi – la conclusione di Francesco – ci insegnano che per incontrare Gesù è necessario saper alzare lo sguardo al cielo, non essere ripiegati su sé stessi, sul proprio egoismo, ma avere il cuore e la mente aperti all’orizzonte di Dio, che sempre ci sorprende, saper accogliere i suoi messaggi, e rispondere con prontezza e generosità.
Come per i Magi, ha osservato il Papa, «anche per noi c’è una grande consolazione nel vedere la stella, ossia nel sentirci guidati e non abbandonati al nostro destino. E la stella è il Vangelo, la Parola del Signore». Questa luce «ci guida verso Cristo. Senza l’ascolto del Vangelo, non è possibile incontrarlo!». L’esperienza dei Magi, il monito di Francesco, «ci esorta a non accontentarci della mediocrità, a non ‘vivacchiare’, ma a cercare il senso delle cose, a scrutare con passione il grande mistero della vita. E ci insegna a non scandalizzarci della piccolezza e della povertà, ma a riconoscere la maestà nell’umiltà, e saperci inginocchiare di fronte ad essa». Infine un pensiero a Maria, «che accolse i Magi a Betlemme», invocata affinché «ci aiuti ad alzare lo sguardo da noi stessi, a lasciarci guidare dalla stella del Vangelo per incontrare Gesù, e a saperci abbassare per adorarlo. Così potremo portare agli altri un raggio della sua luce, e condividere con loro la gioia del cammino».
Vicinanza spirituale «ai fratelli e alle sorelle dell’Oriente cristiano, cattolici e ortodossi, molti dei quali celebrano domani il Natale del Signore». Ad esprimerla è il Papa, dopo la recita dell’Angelus in piazza san Pietro. «Ad essi – ha detto – giunga il nostro augurio di pace e di bene» e, ha aggiunto a braccio, «anche un bell’applauso come saluto». Francesco ha ricordato che oggi, solennità dell’Epifania, si celebra la Giornata mondiale dell’infanzia missionaria. «È la festa dei bambini che, con le loro preghiere e i loro sacrifici, aiutano i coetanei più bisognosi facendosi missionari e testimoni di fraternità e di condivisione». A seguire il saluto ai pellegrini: singoli, famiglie, gruppi parrocchiali e associazioni, provenienti dall’Italia e da diversi Paesi, e un pensiero speciale «a quanti danno vita al corteo storico-folcloristico, dedicato quest’anno al territorio della Valle dell’Amaseno». Francesco ha ricordato inoltre il corteo dei Magi che si svolge in numerose città della Polonia con larga partecipazione di famiglie e associazioni; e il presepe vivente realizzato al Campidoglio dall’Unitalsi e dai frati minori coinvolgendo le persone con disabilità.