Vita Chiesa
Papa Francesco all’udienza, “dobbiamo crescere nella coscienza della cura della casa comune”
La giornata di oggi, per Francesco, “è un’opportunità per rinnovare il nostro impegno ad amare la nostra casa comune e prenderci cura di essa e dei membri più deboli della nostra famiglia”. “Come la tragica pandemia di coronavirus ci sta dimostrando, soltanto insieme e facendoci carico dei più fragili possiamo vincere le sfide globali”, l’appello del Papa, che ha esortato a riflettere “su questa responsabilità che caratterizza il nostro passaggio su questa terra”. “Siamo fatti di materia terrestre, e i frutti della terra sostengono la nostra vita”, ha detto Francesco: “Ma, come ci ricorda il libro della Genesi, non siamo semplicemente terrestri: portiamo in noi anche il soffio vitale che viene da Dio. Viviamo quindi nella casa comune come un’unica famiglia umana e nella biodiversità con le altre creature di Dio”. “Come imago Dei, immagine di Dio – l’invito del Papa – siamo chiamati ad avere cura e rispetto per tutte le creature e a nutrire amore e compassione per i nostri fratelli e sorelle, specialmente i più deboli, a imitazione dell’amore di Dio per noi, manifestato nel suo Figlio Gesù, che si è fatto uomo per condividere con noi questa situazione e salvarci”.
“Abbiamo peccato contro la terra, contro il nostro prossimo e, in definitiva, contro il Creatore, il Padre buono che provvede a ciascuno e vuole che viviamo insieme in comunione e prosperità”. È il “mea culpa” del Papa, nell’udienza trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla Giornata mondiale della terra, che si celebra oggi. ”E come reagisce la terra?”, ha proseguito a braccio: “C’è un testo spagnolo molto chiaro in questo. Dice così: ‘Dio perdona sempre, noi perdoniamo alcune volte sì alcune volte no, la terra non perdona mai’. La terra non perdona. Se noi abbiamo deteriorato la terra, la risposta sarà molto brutta”. “A causa dell’egoismo siamo venuti meno alla nostra responsabilità di custodi e amministratori della terra”, la denuncia di Francesco sulla scorta della Genesi. “Basta guardare la realtà con sincerità per vedere che c’è un grande deterioramento della nostra casa comune”, l’analisi della Laudato si’: “L’abbiamo inquinata, l’abbiamo depredata, mettendo in pericolo la nostra stessa vita”. “Per questo, si sono formati vari movimenti internazionali e locali per risvegliare le coscienze”, ha spiegato il Papa: “Apprezzo sinceramente queste iniziative, e sarà ancora necessario che i nostri figli scendano in strada per insegnarci ciò che è ovvio, vale a dire che non c’è futuro per noi se distruggiamo l’ambiente che ci sostiene. Abbiamo mancato nel custodire la terra, nostra casa-giardino, e nel custodire i nostri fratelli”.
“Come possiamo ripristinare un rapporto armonioso con la terra e il resto dell’umanità?”. A chiederselo è stato il Papa, nella catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta strreaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla Giornata mondiale della terra, che si celebra oggi. “Tante volte perdiamo la visione dell’armonia, che è quello che fa lo Spirito Santo, anche nel nostro rapporto con la gente, con il prossimo, con i poveri, con la terra”, ha detto Francesco a braccio: “Abbiamo bisogno di un modo nuovo di guardare la nostra casa comune. Intendiamoci: essa non è un deposito di risorse da sfruttare”. “Per noi credenti il mondo naturale è il ’Vangelo della Creazione’ – ha ricordato il Papa – che esprime la potenza creatrice di Dio nel plasmare la vita umana e nel far esistere il mondo insieme a quanto contiene per sostenere l’umanità. Il racconto biblico della creazione si conclude così: ‘Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona’” . ”Quando vediamo queste tragedie naturali – il riferimento, a braccio, all’oggi – sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E se chiedo adesso al Signore cosa ne pensa, non credo che dica: ‘È cosa molto buona’. Siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore”. “Nel celebrare oggi la Giornata mondiale della Terra, siamo chiamati a ritrovare il senso del sacro rispetto per la terra, perché essa non è soltanto casa nostra, ma anche casa di Dio”, l’appello di Francesco: “Da ciò scaturisce in noi la consapevolezza di stare in una terra sacra!”.
“Collaborare come comunità internazionale per la protezione della nostra casa comune”. È l’appello del Papa, che al termine della catechesi dell’udienza di oggi, trasmessa in diretta streaming dalla biblioteca privata del Palazzo apostolico e dedicata alla Giornata mondiale della terra, ha esortato “quanti hanno autorità a guidare il processo che condurrà a due importanti Conferenze internazionali: la COP15 sulla Biodiversità a Kunming (Cina) e la COP26 sui Cambiamenti Climatici a Glasgow (Regno Unito)”. “Questi due incontri sono importantissimi!”, ha esclamato a braccio, incoraggiando ad “organizzare interventi concertati anche a livello nazionale e locale”. “È bene convergere insieme da ogni condizione sociale e dare vita anche a un movimento popolare dal basso”, ha affermato Francesco, ricordando che “la stessa Giornata Mondiale della Terra, che celebriamo oggi, è nata proprio così. Ciascuno di noi può dare il proprio piccolo contributo”. “Non bisogna pensare che questi sforzi non cambieranno il mondo”, la citazione della Laudato sì, a cinque anni dalla sua pubblicazione: “Tali azioni diffondono un bene nella società che sempre produce frutti al di là di quanto si possa constatare, perché provocano in seno a questa terra un bene che tende sempre a diffondersi, a volte invisibilmente”. “Risvegliamo il senso estetico e contemplativo che Dio ha posto in noi”, l’altro appello del Papa, che sulla scia del Sinodo per l’Amazzonia ha esortato a ricoprire “la profezia della contemplazione”, che “è qualcosa che apprendiamo soprattutto dai popoli originari, i quali ci insegnano che non possiamo curare la terra se non l’amiamo e non la rispettiamo”. “Loro hanno quella saggezza del buon vivere, non nel senso di passarla bene, ma di vivere in armonia con la terra”, ha commentato a braccio. Nello stesso tempo, per Francesco, “abbiamo bisogno di una conversione ecologica che si esprima in azioni concrete”: “Come famiglia unica e interdipendente, necessitiamo di un piano condiviso per scongiurare le minacce contro la nostra casa comune”.