Vita Chiesa

Papa Francesco alle Caritas: «L’intera comunità cristiana diventi soggetto di carità»

«Buongiorno e mi scuso per il ritardo, ma negli appuntamenti uno parla, parla, e non si accorge che fa tardi»: così Papa Francesco ha esordito a braccio all’inizio del suo discorso agli oltre 600 partecipanti di 174 Caritas diocesane, che ha incontrato oggi nell’Aula Nervi in Vaticano a conclusione del 38° convegno nazionale che si è svolto dal 18 al 21 aprile a Sacrofano e in occasione dei 45 anni di Caritas italiana.

L’udienza doveva iniziare alle 12, ma il Papa è arrivato con oltre mezz’ora di ritardo. Poco prima del suo intervento il cardinale Francesco Montenegro, arcivescovo di Agrigento e presidente di Caritas italiana, lo aveva salutato ricordando come le Caritas rendono concrete la carità e la misericordia nella vita di tutti i giorni «rispettando la dignità e i diritti di tutti, facendoli sentire soggetti e non oggetti di cura». Il cardinale Montenegro, che tre anni fa aveva accolto Papa Francesco a Lampedusa, ha fatto anche riferimento ai viaggi a Lampedusa e Lesbo: «Le sue parole sulle isole – ha detto – devono essere per noi un invito ad andare oltre la notizia di cronaca» per dire: «‘Qui c’è Dio’ ed agire di conseguenza». Al termine del discorso del Papa si sono succeduti interminabili applausi e grida «Francesco, Francesco».

«Essere stimolo e anima perché la comunità tutta cresca nella carità e sappia trovare strade sempre nuove per farsi vicina ai più poveri, capace di leggere e affrontare le situazioni che opprimono milioni di fratelli – in Italia, in Europa, nel mondo». Così Papa Francesco ha ricordato, agli oltre 600 partecipanti al convegno delle Caritas diocesane il «difficile ma fondamentale compito di fare in modo che il servizio caritativo diventi impegno di ognuno di noi, cioè che l’intera comunità cristiana diventi soggetto di carità». In proposito, ha precisato, «particolarmente rilevante è il ruolo di promozione e formazione che la Caritas riveste nei confronti delle diverse espressioni del volontariato». Un volontariato «chiamato a investire tempo, risorse e capacità per coinvolgere l’intera comunità negli impegni di solidarietà che porta avanti». Il Papa ha definito «essenziale» anche il compito «di stimolo nei confronti delle istituzioni civili e di un’adeguata legislazione, in favore del bene comune e a tutela delle fasce più deboli; un impegno che si concretizza nella costante offerta di occasioni e strumenti per una conoscenza adeguata e costruttiva delle situazioni».

Un’ecologia integrale. Di fronte alle «sfide globali che seminano paura, iniquità, speculazioni finanziarie – anche sul cibo -, degrado ambientale e guerre, è necessario, insieme al quotidiano lavoro sul territorio, portare avanti l’impegno per educare all’incontro rispettoso e fraterno tra culture e civiltà, e alla cura del creato, per una ‘ecologia integrale’». Questo uno dei compiti che Papa Francesco ha affidato oggi a Caritas Italiana. «Vi incoraggio a non stancarvi di promuovere, con tenace e paziente perseveranza – ha detto il Papa -, comunità che abbiano la passione per il dialogo, per vivere i conflitti in modo evangelico, senza negarli ma facendone occasioni di crescita, di riconciliazione: questa è la pace che Cristo ci ha conquistato e che noi siamo inviati a portare». Papa Francesco ha invitato le 174 Caritas diocesane di tutta Italia a «risalire alle cause delle povertà, per cercare di rimuoverle: lo sforzo di prevenire l’emarginazione; di incidere sui meccanismi che generano ingiustizia; di operare contro ogni struttura di peccato». In questo senso è necessario «educare singoli e gruppi a stili di vita consapevoli, così che tutti si sentano davvero responsabili di tutti», a partire dalle parrocchie.

Gestire le migrazioni. «Il fenomeno delle migrazioni, che oggi presenta aspetti critici che vanno gestiti con politiche organiche e lungimiranti, rimane pur sempre una ricchezza e una risorsa», ha detto ancora il Papa. Il Papa ha incoraggiato le Caritas, che già accolgono migliaia di migranti forzati, a «proseguire nell’impegno e nella prossimità nei confronti delle persone immigrate». «È dunque prezioso il vostro lavoro che, accanto all’approccio solidale – ha sottolineato -, tende a privilegiare scelte che favoriscano sempre più l’integrazione tra popolazioni straniere e cittadini italiani, offrendo agli operatori di base strumenti culturali e professionali adeguati alla complessità del fenomeno e alle sue peculiarità». Il Papa ha poi citato l’esortazione apostolica postsinodale Amoris Laetitia e l’invito ad «accompagnare, discernere e integrare le situazioni di fragilità» della famiglia: «Le risposte più complete a molti disagi possono essere offerte proprio da quelle famiglie che, superando la tentazione della solidarietà ‘corta’ ed episodica, a volte pure necessaria, scelgono di collaborare fra loro e con tutti gli altri servizi solidali del territorio, offrendo le risorse della propria quotidiana disponibilità. E quanti esempi belli abbiamo di questo nelle nostre comunità!».

«I poveri sono la proposta forte che Dio fa alla nostra Chiesa affinché essa cresca nell’amore e nella fedeltà», ha ribadito il Papa Francesco a conclusione di un incontro a Sacrofano (Roma) centrato sul tema «Misericordiosi come il Padre. ‘Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso’ (Lc 6,36)». «Nel mondo di oggi, complesso e interconnesso, la vostra misericordia sia attenta e informata – ha detto il Papa -; concreta e competente, capace di analisi, ricerche, studi e riflessioni; personale, ma anche comunitaria; credibile in forza di una coerenza che è testimonianza evangelica, e, allo stesso tempo, organizzata e formata, per fornire servizi sempre più precisi e mirati; responsabile, coordinata, capace di alleanze e di innovazione; delicata e accogliente, piena di relazioni significative; aperta a tutti, premurosa nell’invitare i piccoli e i poveri del mondo a prendere parte attiva nella comunità, che ha il suo momento culminante nell’eucaristia domenicale».