Vita Chiesa
Papa Francesco all’Azione Cattolica, “combattere la globalizzazione dell’indifferenza”
“La storia non è lineare”, sostiene Francesco: “Nel cammino dell’Azione Cattolica, così come nella stessa Chiesa, ci sono luci e ombre, momenti di profondo disorientamento, di stanchezza, di indifferenza, di timore di essere superati a causa delle esigenze dei tempi nuovi”. “La grande tentazione nei momenti di crisi o di difficoltà – il monito di Francesco – è di rinserrarsi per conservare quel poco che si ha, sperando, nascondendosi e vivendo di ricordi, nella venuta di tempi migliori”. Una tentazione, questa, che “si trasforma in u modo di essere, di stare al mondo vivendo la realtà in modo irreale”. “Per non soccombere a questa tentazione”, secondo il Papa occorre “non dimenticarci di chi siamo e da dove veniamo”, e l’Azione Cattolica “ha la sua origine nel seno stesso della Chiesa cattolica. Non ha alcun fondatore o carisma particolare. La sua finalità è la stessa della Chiesa: l’evangelizzazione. Non assume come proprio nessun altro campo di apostolato particolare, se non la finalità della Chiesa: l’annuncio del Vangelo, a tutti gli uomini e gli ambienti”. Durante la pandemia, ha fatto notare ancora una volta Francesco, abbiamo scoperto la nostra “vulnerabilità” e il “senso di impotenza”: in un tempo “fortemente marcato dalla globalizzazione, economica e culturale”, l’Azione Cattolica è chiamata a combattere “la globalizzazione dell’indifferenza” promuovendo una Chiesa di comunione, che “non è una idea o un’attività in più, ma l’essenza stessa della vita ecclesiale”. “L’Azione Cattolica non deve formare il cristiano del futuro, ma accompagnare il processo di fede del cristiano presente, secondo le caratteristiche proprie della tappa in cui si trova”, conclude il Papa: di qui la necessità di “riscoprire di nuovo la passione per l’annuncio del vangelo, unica salvezza possibile in un mondo che altrimenti cadrebbe nella disperazione”, come affermava Paolo VI.