Vita Chiesa

Papa Francesco al vescovo di Assisi: «scandaloso un mondo diviso tra sterminato numero di indigenti e pochissimi ricchi»

«Testimonianza della scandalosa realtà di un mondo ancora tanto segnato dal divario tra lo sterminato numero di indigenti, spesso privi dello stretto necessario, e la minuscola porzione di possidenti che detengono la massima parte della ricchezza e pretendono di determinare i destini dell’umanità». Papa Francesco ricorda con queste parole l’incontro con i poveri nella Sala della Spogliazione del Vescovado di Assisi in una lettera inviata oggi al vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, mons. Domenico Sorrentino, per l’inaugurazione del Santuario della Spogliazione nella chiesa di Santa Maria Maggiore. «A duemila anni dall’annuncio del vangelo e dopo otto secoli dalla testimonianza di Francesco, siamo di fronte a un fenomeno di ‘inequità globale’ e di ‘economia che uccide’», aggiunge il Papa: «Proprio il giorno precedente il mio arrivo ad Assisi, nelle acque di Lampedusa, si era consumata una grande strage di migranti. Parlando, nel luogo della ‘spogliazione’, anche con la commozione determinata da quell’evento luttuoso, sentivo tutta la verità di ciò che aveva testimoniato il giovane Francesco: solo quando si avvicinò ai più poveri, al suo tempo rappresentati soprattutto dai malati di lebbra, esercitando verso di loro la misericordia, sperimentò ‘dolcezza di animo e di corpo’».

«Se in tante regioni del mondo tradizionalmente cristiane si verifica un allontanamento dalla fede, e siamo pertanto chiamati a una nuova evangelizzazione – scrive ancora il Papa -, il segreto della nostra predicazione non sta tanto nella forza delle nostre parole, ma nel fascino della testimonianza, sostenuta dalla grazia. E la condizione è che non disattendiamo le indicazioni che il Maestro diede ai suoi apostoli nel discorso sulla missione, facendo insieme appello alla generosità degli evangelizzatori e alla premura fraterna nei loro confronti».

Per il Santo Padre, «ci si deve spogliare, in sostanza, più che di cose, di sé stessi, mettendo da parte l’egoismo che ci fa arroccare nei nostri interessi e nei nostri beni, impedendoci di scoprire la bellezza dell’altro e la gioia di aprirgli il cuore». «I giovani hanno bisogno di essere accolti, valorizzati e accompagnati. Non bisogna temere di proporre a loro Cristo – conclude Francesco – e gli ideali esigenti del vangelo. Ma occorre per questo mettersi in mezzo a loro e camminare con loro».