Vita Chiesa
Papa Francesco al Regina Caeli: “Gesù non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci dimentichiamo di chiedere perdono”
“Lo Spirito Santo è fuoco che brucia i peccati e crea uomini e donne nuovi; è fuoco d’amore con cui i discepoli potranno ‘incendiare’ il mondo, quell’amore di tenerezza che predilige i piccoli, i poveri, gli esclusi”, ha proseguito Francesco: “Nei sacramenti del Battesimo e della Confermazione abbiamo ricevuto lo Spirito Santo con i suoi doni: sapienza, intelletto, consiglio, fortezza, conoscenza, pietà, timore di Dio. Quest’ultimo dono – il timore di Dio – è proprio il contrario della paura che prima paralizzava i discepoli: è l’amore per il Signore, è la certezza della sua misericordia e della sua bontà, è la fiducia di potersi muovere nella direzione da Lui indicata, senza che mai ci manchino la sua presenza e il suo sostegno”.
“La festa di Pentecoste rinnova la consapevolezza che in noi dimora la presenza vivificante dello Spirito Santo”, ha spiegato il Papa: “Egli dona anche a noi il coraggio di uscire fuori dalle mura protettive dei nostri “cenacoli”, senza adagiarci nel quieto vivere o rinchiuderci in abitudini sterili”. Quelle pronunciate da Gesù nel Cenacolo, ha esordito Francesco, “sono parole di riconciliazione e di perdono”: “Gesù offre la sua pace proprio a questi discepoli che hanno paura, che stentano a credere a ciò che pure hanno veduto, cioè il sepolcro vuoto, e sottovalutano la testimonianza di Maria di Magdala e delle altre donne. Gesù perdona e offre la sua pace ai suoi amici”. “Non dimenticatevi”, ha proseguito a braccio: “Gesù non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci dimentichiamo di chiedere perdono”.
“Perdonando e radunando attorno a sé i discepoli, Gesù fa di essi la sua Chiesa: una comunità riconciliata e pronta alla missione”, ha spiegato il Papa, che poi ha aggiunto ancora fuori testo: “Quando una comunità non è riconciliate, non è pronta alla missione: è pronta a discutere dentro di sè”. L’incontro con il Signore risorto, invece, “capovolge l’esistenza degli Apostoli e li trasforma in coraggiosi testimoni. Non è tempo di stare rinchiusi, né di rimpiangere i ‘bei tempi’ passati col Maestro. La gioia della risurrezione è grande, ma è una gioia espansiva, che non va tenuta per sé”.