Vita Chiesa

Papa Francesco al Pisai: «Antidoto alla violenza è l’educazione»

Nel suo intervento il Papa ha definito il Pisai un Istituto «molto prezioso» che «ha bisogno di essere ancora più conosciuto» perché diventi «sempre più un punto di riferimento per la formazione dei cristiani che operano nel campo del dialogo interreligioso». Riguardo allo specifico del dialogo con l’Islam, il Papa ha esortato a «non cadere nei lacci di un sincretismo conciliante ma, alla fine, vuoto e foriero di un totalitarismo senza valori. Un comodo approccio accomodante, ‘che dice sì a tutto per evitare i problemi’, finisce per essere ‘un modo di ingannare l’altro’». Il dialogo, soprattutto quello interreligioso, esige una conoscenza approfondita dei «fondamenti» della nostra fede perché – ha detto Francesco – «quando ci accostiamo a una persona che professa con convinzione la propria religione, la sua testimonianza e il suo pensiero ci interpellano e ci portano a interrogarci sulla nostra stessa spiritualità».

Il passo da compiere – ha poi detto il Papa – è quello dell’«incontro» da cui «si genera la prima conoscenza dell’altro» superando «i pregiudizi e le falsità». La storia del Pisai è sempre andata in questa direzione. «Non si limita ad accettare quanto viene detto superficialmente, dando luogo a stereotipi e preconcetti. Il lavoro accademico, frutto di quotidiana fatica, va a indagare le fonti, a colmare le lacune, ad analizzare l’etimologia, a proporre un’ermeneutica del dialogo e, attraverso un approccio scientifico ispirato allo stupore e alla meraviglia, è capace di non perdere la bussola del mutuo rispetto e della stima reciproca. Con queste premesse, ci si avvicina all’altro in punta di piedi senza alzare la polvere che annebbia la vista».

Da qui la gratitudine di Papa Francesco per i 50 anni di vita del Pisai e alla «grande opera dei Missionari d’Africa» che «dimostrano quanto la Chiesa universale, nel clima di rinnovamento post-conciliare, abbia compreso l’incombente necessità di un istituto esplicitamente dedicato alla ricerca e alla formazione di operatori del dialogo con i musulmani». Concludendo: «Forse mai come ora si avverte tale bisogno».