Vita Chiesa
Papa Francesco: al patriarca Bartolomeo, «le reliquie dell’apostolo Pietro accanto a quelle dell’apostolo Andrea»
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«Nella pace che nasce dalla preghiera, ho sentito che avrebbe avuto un significato importante che alcuni frammenti delle reliquie dell’apostolo Pietro fossero poste accanto alle reliquie dell’apostolo Andrea, che è venerato come patrono celeste dalla Chiesa di Costantinopoli». Lo scrive Papa Francesco nella lettera inviata a Bartolomeo I, patriarca ecumenico di Costantinopoli, che accompagna il dono di alcune reliquie di San Pietro, consegnate alla Delegazione del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli nella festa dei santi Pietro e Paolo.
Si tratta del reliquiario contenente nove frammenti attribuiti all’apostolo trovati nella terra sotto la Basilica Vaticana e da san Paolo VI conservati nella cappella privata dell’appartamento papale nel Palazzo apostolico vaticano. «Mentre riflettevo sulla nostra reciproca determinazione di procedere insieme verso la piena comunione, e mentre ringraziavo Dio per i progressi fatti finora, da quando – oltre 50 anni fa – i nostri venerabili predecessori si incontrarono a Gerusalemme, mi è venuto in mente il dono che il Patriarca Atenagora fece a Papa Paolo VI», ricorda il Pontefice, che si riferisce a «un’icona che rappresentava i due fratelli Pietro e Andrea mentre si abbracciavano, uniti nella fede e nell’amore per il loro Signore comune». Un’icona che, «esposta nel Pontificio Consiglio per la promozione dell’unità dei cristiani, è diventata per noi segno profetico della restaurazione di quella comunione visibile tra le nostre Chiese alla quale noi aspiriamo e per la quale preghiamo e lavoriamo con fervore».
Il dono del Papa al patriarca Bartolomeo vuole essere un «una conferma del cammino che le nostre Chiese hanno compiuto per avvicinarsi tra di loro: un cammino a volte impegnativo e difficile, eppure accompagnato da evidenti segni della grazia di Dio». «Continuare questo cammino richiede soprattutto una conversione spirituale e una rinnovata fedeltà al Signore, che vuole da parte nostra un maggiore impegno e passi nuovi e coraggiosi». L’auspicio è che la riunificazione delle reliquie dei due fratelli apostoli sia «un richiamo costante e un incoraggiamento perché, in questo cammino che continua, le nostre divergenze non siano più un ostacolo alla nostra testimonianza comune e alla nostra missione evangelizzatrice al sevizio della famiglia umana, che oggi è tentata di costruire un futuro puramente mondano, un futuro senza Dio».