Vita Chiesa

Papa Francesco ai religiosi: «Non c’è unità senza conversione, preghiera e santità»

Il Papa ha ricordato come non sia un caso che «numerosi pionieri dell’ecumenismo siano stati uomini e donne consacrati» e che varie comunità religiose, come Taizé e Bose, abbiano scelto di dedicarsi «intensamente» ad essere «luoghi privilegiati tra cristiani di diverse tradizioni». Da qui le tre declinazioni «ecumeniche» che il Papa ha colto dalla vita religiosa. La prima: «Non c’è unità senza conversione». «La vita religiosa – ha detto – ci ricorda che al centro di ogni ricerca di unità, e dunque di ogni sforzo ecumenico, vi è anzitutto la conversione del cuore, che comporta la richiesta e la concessione del perdono».

Si tratta – ha detto il Papa – «in gran parte» di «una conversione del nostro stesso sguardo: cercare di guardarci gli uni gli altri in Dio, e saperci mettere anche dal punto di vista dell’altro: ecco una duplice sfida legata alla ricerca dell’unità, sia all’interno delle comunità religiose, sia tra cristiani di diverse tradizioni». «Non c’è unità senza preghiera», ha quindi proseguito Francesco. «La vita religiosa è una scuola di preghiera. L’impegno ecumenico risponde, in primo luogo, alla preghiera dello stesso Signore Gesù e si basa essenzialmente sulla preghiera». E ricordando le parole di Paul Couturier che paragonava coloro che pregano per l’unità ad «un monastero invisibile», ha aggiunto: «Cari fratelli e sorelle, voi siete i primi animatori di questo ‘monastero invisibile’: vi incoraggio a pregare per l’unità dei cristiani e tradurre questa preghiera negli atteggiamenti e nei gesti quotidiani». E infine la terza declinazione: «Non c’è unità senza santità della vita» aggiungendo come «la chiamata alla santità di vita» è «l’unico vero cammino verso l’unità».