Vita Chiesa
Papa Francesco a Santa Marta, “preghiamo il Signore perché ci aiuti a vincere le paure”
“In questi giorni di tanta sofferenza, c’è tanta paura. La paura degli anziani, che sono soli, nelle case di riposo o in ospedale o a casa loro e non sanno cosa possa accadere. La paura dei lavoratori senza lavoro fisso che pensano come dare da mangiare ai loro figli e vedono venire la fame. La paura di tanti servitori sociali che in questo momento aiutano a mandare avanti la società e possono prendere la malattia. Anche la paura – le paure – di ognuno di noi: ognuno sa quale sia la propria. Preghiamo il Signore perché ci aiuti ad avere fiducia e a tollerare e vincere le paure”. Così il Papa ha introdotto oggi la Messa a Santa Marta, trasmessa in diretta streaming e offerta per tutti coloro che soffrono a causa della pandemia da coronavirus.
Tema dell’omelia: gli idoli, a partire dalla vicenda del vitello d’oro narrata nell’Esodo. “Una vera apostasia!”, ha esclamato Francesco: “Dal Dio vivente all’idolatria”. “La nostalgia di tornare agli idoli è una malattia, anche nostra”, ha spiegato il Papa: “Si incomincia a camminare con l’entusiasmo di essere liberi, ma poi incominciano le lamentele: ‘Ma sì, questo è un momento duro, il deserto, ho sete, voglio dell’acqua, voglio la carne… ma in Egitto mangiavamo le cipolle, le cose buone e qui non c’è…’. Sempre, l’idolatria è selettiva: ti fa pensare alle cose buone che ti dà ma non ti fa vedere le cose brutte”. “L’idolatria ti fa perdere tutto”, ha proseguito Francesco: “Quando noi abbiamo atteggiamenti che ci portano all’idolatria, siamo attaccati a cose che ci allontanano da Dio, perché noi facciamo un altro dio e lo facciamo con i doni che il Signore ci ha dato. Con l’intelligenza, con la volontà, con l’amore, con il cuore… sono i doni propri del Signore che noi usiamo per fare idolatria”.
”Anche noi, tra i nostri vestiti del cuore, abbiamo nascosti tanti idoli”, il monito del Papa: “La domanda che vorrei fare oggi è: qual è il mio idolo?”. “L’idolatria ti porta a una religiosità sbagliata, anzi: tante volte la mondanità, che è un’idolatria, ti fa cambiare la celebrazione di un sacramento in una festa mondana”, ha detto Francesco, facendo l’esempio di una celebrazione di nozze: “Tu non sai se è un sacramento dove davvero i novelli sposi danno tutto e si amano davanti a Dio e promettono di essere fedeli davanti a Dio e ricevono la grazia di Dio, o è una mostra di modelli, come vanno vestiti l’uno e l’altro e l’altro… la mondanità. È un’idolatria”. Il Papa ha terminato la celebrazione con l’adorazione e la benedizione eucaristica, invitando a fare la Comunione spirituale. “Gesù mio, credo che sei realmente presente nel Santissimo Sacramento. Ti amo sopra ogni cosa e ti desidero nell’anima mia. Poiché ora non posso riceverti sacramentalmente, vieni almeno spiritualmente nel mio cuore. Come già venuto, io Ti abbraccio e tutto mi unisco a Te. Non permettere che abbia mai a separarmi da Te”.