Vita Chiesa

Papa Francesco a Rondine: «avete messo a punto un metodo capace di trasformare i conflitti»

«Il vostro impegno educativo è ospitare giovani che, in varie parti del mondo, vivono bloccati in culture avvelenate dal dolore e dall’odio e offrire loro una sfida audace: verificare di persona se l’altro, colui o colei che sta al di là di un confine chiuso, di reticolati o muri invalicabili, sia davvero quello che tutti affermano: un nemico», ha detto Francesco sintetizzando il carisma dell’associazione. «Quest’opera l’avete fondata su due grandi radici spirituali della vostra terra: san Francesco di Assisi, stimmatizzato a La Verna, e san Romualdo, fondatore di Camaldoli. Avete scelto bene!», ha esclamato il Papa. «Anch’io quando ho scelto il nome di Francesco pensavo ai poveri e alla pace», ha spiegato: «La povertà – in senso negativo – e la guerra sono collegate in un circolo vizioso che uccide le persone, alimenta sofferenze indicibili e sparge un odio che non si ferma. Scegliendo di dedicarvi ai giovani, voi vi impegnate anche a combattere la povertà e costruire la pace, come opera di giustizia e di amore. Un’azione che alimenta la speranza e pone la fiducia nell’uomo, soprattutto nei giovani».

Dopo aver salutato il presidente di Rondine, Franco Vaccari, e il cardinale Gualtiero Bassetti, presidente della Cei, «che fin dagli inizi ha sostenuto questa realtà sentendo in essa il ‘profumo’ del venerabile Giorgio La Pira», e l’arcivescovo di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, Riccardo Fontana, Francesco ha ricordato che La Pira scriveva che La Verna è «il trampolino di lancio per le imprese di pace». «Su quel monte è custodito un mistero di dolore e di amore trasfigurante e voi, che avete elaborato il Metodo Rondine per la trasformazione creativa dei conflitti, lassù ricevete continua ispirazione per progredire a servizio del bene comune», l’omaggio del Papa: «E così avete il privilegio di cogliere dei germogli di una fioritura di pace per tutta l’umanità».

«Sento di dovervi dare tutto il mio appoggio, la mia simpatia, la mia benedizione». Con queste parole il Papa ha aderito all’appello per «leaders di pace» che Rondine presenterà all’Onu il 10 dicembre: «Ascoltare una giovane palestinese e un giovane israeliano che insieme chiedono ai governi del mondo di fare un passo che possa riaprire il futuro, trasferendo il costo di un’arma dal bilancio della difesa al bilancio dell’educazione per formare un leader di pace, è una cosa rara e luminosa!», ha esclamato Francesco ricevendo in udienza l’associazione: «Come si potrebbe non essere d’accordo? Ma noi adulti non possiamo cavarcela con un ‘bravi ragazzi!’».

«Il vostro appello contiene e propone una visione concreta», l’omaggio del Papa, che ha annunciato: «Nel Messaggio per la prossima Giornata mondiale della pace, il 1° gennaio 2019, che ha per tema ‘La buona politica è al servizio della pace’, ribadisco che la responsabilità politica appartiene ad ogni cittadino, in particolare a chi ha ricevuto il mandato di proteggere e governare. Questa missione consiste nel salvaguardare il diritto e nell’incoraggiare il dialogo tra gli attori della società, tra le generazioni e tra le culture. Ascoltandovi aggiungo: tra le parti in conflitto. Perché solo nel dialogo si crea la fiducia». «Quando l’essere umano è rispettato nei suoi diritti fondamentali – come ricordava San Giovanni XXIII nell’Enciclica Pacem in terris – germoglia in lui il senso del dovere di rispettare i diritti altrui. I diritti e i doveri accrescono la coscienza di appartenere a una stessa comunità, con gli altri e con Dio», ha assicurato Francesco: «Siamo pertanto chiamati a portare e ad annunciare la pace come la buona notizia di un futuro dove ogni vivente verrà considerato nella sua dignità e nei suoi diritti».

«Servono leader con una nuova mentalità». Nella parte finale dell’udienza il Papa ha tracciato un vero e proprio profilo dei politici del futuro. «Non sono leader di pace quei politici che non sanno dialogare e confrontarsi», ha ammonito Francesco, secondo il quale «un leader che non si sforza di andare incontro al ‘nemico’, di sedersi con lui a tavola come fate voi, non può condurre il proprio popolo verso la pace». «Per far questo occorre umiltà e non arroganza», il suggerimento del Papa: «San Francesco vi aiuti a seguire questa strada, con coraggio. Ascoltando i giovani, anche nel recente Sinodo in cui erano protagonisti, io ho imparato molto da loro. Spero che i vostri leader vengano a Rondine, e vedano come i loro giovani preparano la pace». «Voi – le parole rivolte ai giovani – avete scelto di incontravi quando tutto intorno a voi e dentro di voi diceva: perché? A cosa serve? Sarà giusto? E, dopo i due anni di formazione a Rondine, avete rovesciato i vostri sentimenti, i vostri pensieri, avete fatto nascere la fiducia reciproca e ora siete pronti a prendervi responsabilità professionali, civili e politiche per il bene dei vostri popoli. Siete già voi quei giovani leaders che nell’Appello chiedete agli Stati e ai popoli di impegnarsi a formare insieme!». «Ci chiedete di aderire al vostro appello», ha proseguito Francesco: «Da parte mia, lo farò, e domando ai Capi di Stato e di Governo di fare altrettanto. La vostra voce – debole, ma forte della speranza e del coraggio della giovinezza – possa essere ascoltata il prossimo 10 dicembre alle Nazioni Unite».