Vita Chiesa

Papa Francesco a Patriarcato ecumenico: non smetto di pregare per l’unità

Il raggiungimento di questa meta, «verso la quale siamo con fiducia incamminati, rappresenta – ha assicurato – una delle mie principali preoccupazioni, per la quale non smetto mai di pregare Dio». Di qui l’augurio che «possano moltiplicarsi le occasioni di incontro, di scambio e di collaborazione tra fedeli cattolici e ortodossi, in modo che, approfondendo la conoscenza e la stima reciproche, si riesca a superare ogni pregiudizio e incomprensione, retaggio della lunga separazione, e ad affrontare, nella verità ma con spirito fraterno, le difficoltà che ancora sussistono».

Il Papa ha quindi ribadito il proprio sostegno «al prezioso lavoro» della Commissione mista internazionale per il dialogo teologico tra la Chiesa cattolica e la Chiesa ortodossa. «I problemi che si possono incontrare nel corso del dialogo teologico non devono indurre a scoraggiamento o rassegnazione. L’attento esame di come si articolano nella vita della Chiesa il principio della sinodalità ed il servizio di colui che presiede offrirà un contributo significativo al progresso delle relazioni tra le nostre Chiese».

Dal Pontefice l’assicurazione della propria preghiera e di quella «di tanti cattolici fratelli» in vista del Sinodo Panortodosso. «Anch’io – ha aggiunto – confido nella vostra preghiera per l’Assemblea ordinaria del Sinodo dei vescovi della Chiesa cattolica, sul tema della famiglia, che avrà luogo qui in Vaticano nel prossimo mese di ottobre, per la quale attendiamo anche la partecipazione di un delegato fraterno del Patriarcato ecumenico». Francesco ha inoltre ricordato la «sintonia e collaborazione sui temi più urgenti» di cui è stata testimonianza la presenza alla recente conferenza di presentazione dell’enciclica «Laudato si’ sulla cura della casa comune» del metropolita di Pergamo Zizioulas, quale relatore, alla guida delle Delegazione odierna. 

La predicazione e il sangue di Pietro e Paolo «ci invitano ancora oggi ad aumentare i nostri sforzi affinché la comunione già esistente tra noi» in loro onore «possa, come in passato, diventare comunione anche nel corpo e nel sangue del Capo della nostra fede, il nostro Signore Gesù Cristo». Lo scrive il patriarca ecumenico di Costantinopoli, Bartolomeo I, nel Messaggio inviato a Papa Francesco in occasione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo. Il Messaggio è stato consegnato al Papa questa mattina nel corso dell’udienza alla Delegazione del Patriarcato di Costantinopoli. Richiamando la partecipazione reciproca di delegazioni delle «nostre antiche Chiese» alle feste dei santi patroni (Sant’Andrea, il 30 novembre per il patriarcato di Costantinopoli, e i ss. Pietro e Paolo, il 29 giugno, per la Chiesa di Roma), Bartolomeo afferma: «Siamo chiamati a sostenere questo dialogo con tutte le nostre forze». «La nostra unità – prosegue – deve essere cercata e edificato non solo nel nostro passato comune, ma anche nella realtà contemporanea vissuta nel mondo, che ci invita a trasmettere congiuntamente all‘uomo moderno il messaggio del Vangelo di gioia, speranza e amore». Di qui l’apprezzamento per l’Evangelii gaudium e per la recentissima enciclica Laudato Si’, con la sottolineatura dell’impegno della Chiesa di Costantinopoli nella protezione dell’ambiente «minacciato dall’avidità dell’uomo», iniziato già nel 1989.