Vita Chiesa
Papa Francesco a Gruppi «La Pira»: «Ci vogliono profeti di speranza, di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani»
«Oggi ci vuole una primavera! Oggi ci vogliono profeti di speranza, profeti di santità, che non abbiano paura di sporcarsi le mani per lavorare e andare avanti», ha esclamato, a braccio, il Papa, venerdì 23 novembre, al termine dell’udienza ai partecipanti al V convegno nazionale «Spes contra spem» (Roma, 22-23 novembre), promosso dalla Fondazione «Giorgio La Pira». Francesco ha fatto così riferimento al saluto iniziale del presidente della Fondazione «La Pira», Mario Primicerio, che aveva «usato per due volte la parola primavera». «Oggi ci vogliono rondini!», ha concluso il Papa sempre a braccio: «Siatelo voi!».
Ad accompagnare il gruppo anche il presidente della Cei, il card. Gualtiero Bassetti, l’arcivescovo di Firenze, il card. Giuseppe Betori, il vescovo di Civita Castellana, mons. Romano Rossi – che giovedì pomeriggio aveva aperto il Convegno con una apprezzata riflessione sulla «Chiesa della fede e la Chiesa della storia in Giorgio La Pira» – e il presidente emerito della Corte costituzionale, Ugo De Siervo, che invece aveva concluso i lavori tratteggiando l’impegno del Professore alla Costituente.
«In un momento in cui la complessità della vita politica italiana e internazionale necessita di fedeli laici e di statisti di alto spessore umano e cristiano per il servizio al bene comune, è importante riscoprire Giorgio La Pira, figura esemplare per la Chiesa e per il mondo contemporaneo», ha detto il Papa, nel suo discorso ai circa 200 responsabili di gruppi e associazioni, provenienti da tutta Italia, che si richiamano al Venerabile. «Egli fu un entusiasta testimone del Vangelo e un profeta dei tempi moderni», il ritratto dello statista tratteggiato da Francesco, che ha ripercorso le tappe più importanti della vita del «Professore»: «I suoi atteggiamenti erano sempre ispirati da un’ottica cristiana, mentre la sua azione era spesso in anticipo sui tempi».
La Pira «assunse una linea politica aperta alle esigenze del cattolicesimo sociale e sempre schierata dalla parte degli ultimi e delle fasce più fragili della popolazione», ha sintetizzato Francesco, che ha ricordato anche l’impegno per la pace e la distensione internazionale.
«L’esempio dello statista fiorentino – ha proseguito Francesco – «è prezioso specialmente per quanti operano nel settore pubblico, i quali sono chiamati ad essere vigilanti verso quelle situazioni negative che San Giovanni Paolo II ha definito “strutture di peccato”», e che «sono la somma di fattori che agiscono in senso contrario alla realizzazione del bene comune e al rispetto della dignità della persona». «Si cede a tali tentazioni – il monito del Papa – quando, ad esempio, si ricerca l’esclusivo profitto personale o di un gruppo piuttosto che l’interesse di tutti; quando il clientelismo prevarica sulla giustizia; quando l’eccessivo attaccamento al potere sbarra di fatto il ricambio generazionale e l’accesso alle nuove leve».
«La politica è un impegno di umanità e di santità», ha proseguito Francesco citando La Pira: «È quindi una via esigente di servizio e di responsabilità per i fedeli laici, chiamati ad animare cristianamente le realtà temporali, come insegna il Concilio Vaticano II». «L’eredità di La Pira, che custodite nelle vostre diverse esperienze associative, costituisce per voi come una “manciata” di talenti che il Signore vi chiede di far fruttificare», ha detto il Papa esortando i presenti «a valorizzare le virtù umane e cristiane che fanno parte del patrimonio ideale e spirituale del Venerabile Giorgio La Pira», in modo da essere, «nei territori in cui vivete, operatori di pace, artefici di giustizia, testimoni di solidarietà e carità». Solo così, ha concluso il Papa, si può essere «fermento di valori evangelici nella società, specialmente nell’ambito della cultura e della politica».
«Vi incoraggio a mantenere vivo e a diffondere il patrimonio di azione ecclesiale e sociale del Venerabile Giorgio La Pira», l’invito finale del Papa, che ai presenti ha raccomandato «in particolare la sua testimonianza integrale di fede, l’amore per i poveri e gli emarginati, il lavoro per la pace, l’attuazione del messaggio sociale della Chiesa e la grande fedeltà alle indicazioni cattoliche». «Sono tutti elementi che costituiscono un valido messaggio per la Chiesa e la società di oggi, avvalorato dall’esemplarità dei suoi gesti e delle sue parole», il commento di Francesco. «Auspico che il vostro incontro di studio e di riflessione possa contribuire a far crescere, nelle comunità e nelle regioni italiane nelle quali siete inseriti, l’impegno per lo sviluppo integrale delle persone».
Nel pomeriggio una delegazione dei convegnisti è stata ricevuta al Quirinale dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.